Viviana Parisi e Gioele. La morte di madre e figlio avvenuta nel messinese nell’agosto scorso desta ancora dubbi sulle modalità in cui possa essere avvenuta
Il giallo di Caronia (Messina) s’infittisce e si arricchisce di tinte sempre più curiose. Continuano infatti le indagini degli investigatori sulla scena che ha visto coinvolti il 3 agosto scorso la dj Viviana Parisi e il figlioletto Gioele Mondello, entrambi deceduti.
Com’è risaputo, prima di scavalcare il guardrail e perdersi nei boschi in prossimità della galleria Pizzo Turda, i due hanno avuto un incidente d’auto, le cui dinamiche sono ancora da chiarificare del tutto. Tuttavia, i rilievi effettuati dalla polizia scientifica con il luminol sulla vettura non hanno rilevato impronte papillari del bambino.
I controlli sono stati effettuati alla presenza del dottor Salvatore Spitaleri del Centro investigazioni scientifiche, nominato come consulente dalla famiglia Parisi. Lo confermano gli avvocati Antonio Cozza e Nicodemo Gentile, legali delle famiglie Parisi e Mondello.
L’avvocato Cozza ha detto: “ Ci fidiamo di Spitaleri. E’ un biologo forense con esperienza venticinquennale al Ris Carabinieri di Messina. Gli accertamenti effettuati non hanno rilevato impronte cosiddette papillari. Intendiamo con questo termine un’alterazione o modificazione dello stato, mediante segno lasciato dai polpastrelli, su una superficie, in questo caso il parabrezza”.
L’avvocato spiega inoltre che le impronte papillari, utili all’identificazione di una persona, sono di tre tipi: le impronte digitali, palmari e plantari. Nel caso di specie, l’ esperto Spitaleri ha visto che non ce ne sono appartenenti a Gioele Mondello. “Ci sono altri tipi di impronte che dovranno essere analizzate ed attribuite” – ha detto Antonio Cozza.
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Viviana Parisi e Gioele. Le ipotesi
Le indagini con il luminol già precedentemente avevano accertato l’assenza di tracce ematiche e biologiche del bambino all’interno del veicolo. Il piccolo non avrebbe quindi perso sangue dopo l’incidente. Il fatto è supportato dalla testimonianza dei presenti che hanno visto Viviana Parisi scavalcare il guardrail con Gioele che appariva privo di traumi, almeno ad occhio nudo.
Un altro particolare però è di rilievo: il bambino non era seduto sul seggiolino quella mattina poiché era inutilizzabile.
Le dinamiche dell’incidente e delle conseguenze che hanno portato alla morte di madre e figlio sono ancora tutte da verificare. L’ipotesi più accreditata è che Gioele abbia perso la vita durante l’incidente e che la madre si sia suicidata per la disperazione. Gli ultimi rilievi sembrerebbero smontare quest’idea.
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Il procuratore di Patti Angelo Cavallo invita alla cautela: “Aspettiamo l’esito delle consulenze, mi sembra quanto meno azzardato trarre conclusioni da eventuali dichiarazioni di consulenti che hanno appena iniziato il loro lavoro.“
Continua l’operato dei medici legali Daniela Sapienza e Elvira Ventura Spagnolo del Policlinico di Messina che stanno conducendo ulteriori esami sui resti del piccolo, rinvenuti il 19 agosto scorso.
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