“Lei è una terrorista” queste le pesanti parole che ha dovuto subire una pediatra di Teramo dai genitori di una sua piccola paziente.
Una vicenda singolare ha coinvolto una pediatra di Teramo, accusata pesantemente dai genitori di una paziente solamente perché la dottoressa aveva consigliato loro di sottoporre la bambina al tampone per accertare eventuale positività al virus. La coppia si era rivolta per telefono alla dottoressa preoccupati perché la bambina era tornata dall’asilo con il raffreddore e nel weekend erano peggiorate le condizioni di salute della bambina. I genitori avrebbero voluto una soluzione più rapida – farmaci o aerosol – per consentire la minore di tornare all’asilo ma la dottoressa voleva accertare se vi fosse un caso di Covid o meno.
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Teramo, la Pediatra denuncia il fatto sui social
Lo sgomento della dottoressa è tanto da scrivere un post su Facebook per spiegare l’accaduto: “Qualche genitore ci ritiene responsabili del protocollo che dobbiamo far rispettare quando un bambino malato anche per motivi non ritenuti gravi come un banale raffreddore. Parlo della richiesta di tampone attraverso organi istituiti da questo governo (Siesp). Il pediatra o il medico di medicina generale che non attua questo protocollo rischia la galera e l’espulsione dall’ordine dei medici come responsabili di eventuali epidemie. Genitori prima di aprire bocca azionate il cervello, noi siamo solo pedine di questa burocrazia”.
Un protocollo che la costringe infatti a prescrivere il tampone per la bambina. Ma i genitori l’hanno attaccata offendendola non solo come dottoressa ma come persona. “La madre e il suo compagno mi hanno aggredito verbalmente dandomi dell’incompetente, terrorista ed altri epiteti irripetibili” poi non hanno più risposto al telefono e la pediatra quindi li ha segnalati alla Asl di Teramo.
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La vicenda scopre numerose zone d’ombra e vuoti legislativi. La pediatra infatti si chiede come procedere in questi casi, ovvero quando i genitori non intendono sottoporre la minore al tampone.
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