È un vero scandalo quello che emerge sulle condizioni degli allevamenti di orate e branzini: sistemi intensivi, antibiotici e tanta agonia per i pesci
Orate e branzini sono tra le specie di pesce che maggiormente consumiamo noi italiani, ma quello che emerge sugli allevamenti è a dir poco agghiacciante. Uno scandalo che mette nero su bianco le condizioni in cui i pesci si trovano prima di finire sulle nostre tavole.
Lo ha rivelato un’indagine condotta sotto copertura da Essere Animali, un’organizzazione no profit a sostegno dei diritti degli animali.
L’organizzazione ha rivelato che le condizioni choc in cui vivono i pesci: imbottiti di antibiotici e altri farmaci, ammassati in vasche molto piccole con un’alta concentrazione di batteri e parassiti ed infine uccisi in modo atroce.
Gli antibiotici servono per abbattere il livello di batteri presenti nelle vasche ma i pesci non riescono a smaltire tutte le tossine dei medicinali e così arrivano sulle nostre tavole imbottiti di antibiotici soffrendo anche molto. L’indagine, condotta da Essere Animali, è stata fatta in Grecia, il Paese dal quale arriva la maggior parte del pesce che consumiamo.
LEGGI ANCHE –> Allerta alimentare: prodotto dolciario ritirato dal mercato, rischio allergeni
Orate e branzini, pratiche inadeguate e piene di sofferenze
👊📢 IN AZIONE PER I DIRITTI DEI PESCI!
Ci troviamo in Liguria, in un allevamento intensivo di orate e branzini, dove…
Pubblicato da Essere Animali su Martedì 15 settembre 2020
L’indagine di Essere Animali si è focalizzata sugli allevamenti intensivi di branzini e orate che si trovano a Sagiada, a nord di Igoumenitsa. Ben 18 km di costa lungo la quale si trovano 26 allevamenti intensivi, in ognuno dei quali vivono migliaia di pesci. Di questi circa 64 mila tonnellate sono arrivate nel 2016 nel nostro Paese.
“Il sovraffollamento peggiora la qualità dell’acqua e favorisce la trasmissione di malattie” ha spiegato l’organizzazione no profit. Le condizioni in cui vengono trattati i branzini e le orate sono oscene: non solo quando sono vivi, vivendo in modo apatico, perché troppo stretti tra di loro ma anche quando devono prepararsi alla fine peggiore.
Nelle reti nelle quali vengono presi per essere uccisi, alcuni muoiono subito ammassati fra di loro, altri restano agonizzanti fino alla macellazione. In altre situazioni, poi, i pesci vengono gettati in acqua gelida con del ghiaccio: qui dopo pochi minuti muoiono agonizzanti.
LEGGI ANCHE –> Acidità di stomaco: quali cibi la causano e come prevenirla
Questa è di certo una modalità contro le norme internazionali dell’OIE perché causa sofferenza e dolore ingiustificati. Questa pratica, inoltre, è considerata inadeguata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) ma nonostante questo viene ancora praticata in tutta Europa.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter