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Musica

Lucio Battisti, il vero significato dietro una delle sue canzoni più celebri

Lucio Battisti, il vero significato dietro ad una delle canzoni più famose di tutti i tempi. A svelarlo è Mogol, autore del testo.

Lucio Battisti (foto dal web)

Quante volte capita di ricordare il testo di una canzone a memoria e non essersi mai soffermati sul suo significato? Talvolta conoscere troppo bene una canzone significa non averla capita affatto. Nella sua autoobiografia Mogol (nome d’arte di Giulio Rapetti) ripercorre le storie che lo hanno portato a scrivere alcuni tra i suoi testi più celebri. Tra questi c’è anche “Io vorrei… non vorrei… ma, se vuoi”, realizzato in collaborazione con Lucio Battisti. Un testo denso di simbolismo, che nasconde una storia struggente, ma anche carica di speranza.

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Battisti, il vero significato di “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi”

Mogol e Battisti (foto dal web)

“Dove vai quando poi resti sola? / Il ricordo, come sai, non consola / Quando lei se ne andò, per esempio / Trasformai la mia casa in un tempio”

Con questi versi, si apre una delle canzoni più celebri di Lucio Battisti. Il testo, spiegato nel dettaglio da Mogol, narra la storia di un innamoramento, giunto inaspettato dopo una prima, lacerante delusione d’amore. La donna amata da Mogol ha lasciato un vuoto in lui, tanto da spingerlo a trasformare la sua casa in un “tempio” capace di mantenere intatta la sua presenza/assenza. I giorni trascorsi insieme a lei sono ora “stalattiti sul soffitto”, una presenza costante e minacciosa.

“A guarirmi chi fu / Ho paura a dirti che sei tu”

Questo nuovo, inaspettato amore scuote l’animo dell’autore, lo costringe ad aprire gli occhi (“Ho paura a dirti che per te / Mi svegliai”). A dividerli adesso è solo un passo ed il processo dell’amore che si risveglia in lui, assomiglia al planare di un uccello su un mondo di sconfinate possibilità.

Nell’allegoria di Mogol, il processo di innamoramento è un volo complesso, fatto di alti e bassi, lungo le “distese azzurre” del mare e le campagne verdeggianti, fino alle vette più alte del cielo.

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