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Artico, ghiacci ai minimi storici: l’appello degli ambientalisti

Il ghiaccio dell’Artico ha raggiunto i minimi storici: a rivelarlo il National Snow and Ice Data Centre, che vede i numeri odierni come i secondi più bassi di sempre.

(Getty Images)

Il ghiaccio dell’Artico è sceso sotto i 4 milioni di kmq. A rendere noto il dato il National Snow and Ice Data Centre degli USA. Circostanza sicuramente riconducibile alle temperature registratesi al Polo Nord, che fanno attestare i numeri di oggi come i secondi più bassi di sempre.

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Artico, ghiacci ai minimi storici: l’allarme lanciato dal National Snow and Ice Data Centre

(Getty Images)

La superficie del ghiaccio artico è scesa sotto i 4 milioni di kmq. Questo quanto rilevato dall’Ente a Stelle e Strisce la scorsa settimana. Le stime parlano però di una prossima inversione: con l’arrivo della stagione fredda è possibile che si registri una nuova estensione. Sarebbe fisiologico, infatti, un comportamento di tal genere. Tuttavia le associazioni ambientaliste mettono in guardia il Pianeta su questo ingente scioglimento che a catena si riflette sul riscaldamento delle acque oceaniche e quindi sull’elevato tasso delle estinzioni.

Mark Serreze, direttore del National Snow and Ice Data Centre, come riporta Repubblica, ha commentato la stima rilevata affermando che quello che si appresta a terminare è stato un anno particolarmente difficile per l’Artico. Ghiacci ai minimi, temperature che sono andate ben oltre quelle tipiche del luogo. Un ulteriore aggravio di un quadro già di per sé drammatico. I dati rilevati dal Nsidc potrebbero essere soggetti ad ulteriori revisioni, attese per il prossimo mese.

A commentare il dato anche la GreenPeace Nordic, nello specifico Laura Meller. A suo avviso, come riferisce Repubblica, la riduzione dei ghiacciai dovrebbe suonare come un forte campanello d’allarme. Lo scioglimento della calotta artica riverbererà i propri effetti anche sulla salute dell’uomo esponendolo a gravi rischi. La Meller ha proseguito affermando che ora è il momento d’agire, non è più possibile procrastinare. Avere delle acque oceaniche in perfetto stato diviene una priorità per salvaguardare determinate popolazioni che vivono in luoghi disagiati e maggiormente patiscono la distruzione dei vari ecosistemi a causa del cambiamento climatico.

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(Getty Images)

Laura Meller ha chiosato lanciando un accorato appello: “È necessario –riporta Repubblicainvertire la rotta, abbiamo l’obbligo ora di prenderci tutti cura del Pianeta. Entro il 2030 siamo obbligati a proteggere quantomeno il 30% delle acque oceaniche così da contrastare l’avanzata del cambiamento climatico“.

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M.S.

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