Era l’unico candidato sindaco in un comune in provincia di Foggia. Salvini lo dava già come vincitore, ma è successo qualcosa di inaspettato.
Sembra una barzelletta eppure è successo davvero. Siamo a Lesina, un comune in provincia di Foggia con poco più di 6mila anime. Lì, oltre al referendum e alle regionali, si è votato anche per le comunali.
Ma l’unico candidato sindaco era Primiano Di Mauro, della Lega. Di lui aveva parlato, lo scorso 23 agosto, il leader del partito Matteo Salvini dicendo «Un sindaco pugliese l’abbiamo già eletto ancor prima del confronto elettorale».
Dunque Salvini era convinto che il suo candidato avrebbe vinto a tavolino, non avendo alcun rivale. Invece il giorno delle votazioni è successo qualcosa di inaspettato.
Il sindaco leghista non viene eletto. Il motivo? Affluenza troppo bassa. Non c’è stato neanche bisogno di aprire gli scatoloni, l’affluenza è stata del 49,01%, al di sotto del 50% necessario per il raggiungimento del quorum.
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La Lega perde a Lesina: sconfitta dagli astensionisti
Insomma, dei 6.314 abitanti hanno votato in 2.816 per le comunali, troppo pochi per l’elezione. Diversa la situazione per il referendum e le regionali. Nel primo caso è stato raggiunto il 60,52%, mentre per le regionali si è arrivati al 52,99%.
Cosa c’è dietro l’astensione di massa al voto per le comunali? Ebbene, due grossi comitati – “L’altra Lesina” e “No quorum”- hanno invitato i cittadini a non ritirare la scheda per le comunali.
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I due gruppi, l’uno di centro destra l’altro più orientato verso il Pd, non sono riusciti a creare una lista per sfidare l’ex vice sindaco Di Mauro, ma ne hanno impedito l’elezione. Bella mossa, peccato che questo giochetto sia costato un commissariamento.
Sempre meglio di una Lesina leghista: i cittadini hanno scelto di dire no a Salvini. E la notizia sta facendo il giro dei social: gli avversari di Salvini lo stanno beffeggiando per la lezione datagli dai pugliesi.
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