Sull’emergenza sanitaria da Covid-19 le aspettative non sono rosee secondo Massimo Galli che parla ancora della necessità di molta cautela
L’emergenza sanitaria da Covid-19 continua a tenere banco e a preoccupare, non poco. In Italia la situazione è contenuta ma negli altri Paesi, anche in Europa non va meglio. Gli Stati Uniti poi segnano numeri da record e tutto il mondo trema ancora di fronte ad un virus subdolo che ha cambiato le sorti del pianeta.
In Gran Bretagna arrivano nuove disposizioni per contenere i contagi, non si tratta di un nuovo lockdown ma Boris Johnson cerca di cautelarsi prima di combinare altri danni. Anche la vicina Francia non naviga in buone acque con diverse zone rosse come la Costa Azzurra.
E nel nostro Paese vige l’obbligo di fare il tampone o test veloce per chi viene da Parigi e dalle zone più colpite dal virus Oltralpe. Lo ha stabilito il ministro Speranza che allarga così le zone considerate a rischio.
“I dati europei non possono essere sottovalutati. L’Italia oggi sta meglio di altri Paesi, ma serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora”, il commento di Speranza. Ma tra gli esperti c’è chi afferma che in Italia non c’è da stare poi così tranquilli.
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Covid-19, per Massimo Galli “non c’è da stare tranquilli”
L’infettivologo Massimo Galli parla chiaro nel tracciare una breve previsione sul futuro dell’Italia. Non dà buone notizie e parla di prospettive non molto rosee. Per il primario dell’ospedale Sacco-Università degli studi di Milano, “la situazione nel nostro Paese non permette di stare tranquilli”.
Lo dice senza giri di parole l’esperto. Non tutto è passato anche se è convinto che al momento è quasi impossibile arrivare ad un quadro preoccupante quanto quello di marzo o aprile. Ma di certo le prospettive non sono da minimizzare: “con un quadro simile – ha spiegato – la cautela s’impone, anche perché dobbiamo tenere conto di cosa accade intorno a noi, all’estero”.
I contagi, non solo quelli nazionali, contano eccome spiega Galli che però non si vuole sbilanciare su possibili previsioni. Necessario aspettare ancora 10 o 15 giorni per avere un quadro completo che permette di valutare “l’effetto della ripresa”.
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Da monitorare non sono solo le scuole, ma anche “gli arrivi in Italia da altre nazioni”.
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