Il viceministro Sileri lancia l’allarme per i pranzi in famiglia e le cene con gli amici. Si abbassano le difese e il Covid si diffonde tra le mura domestiche
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Si dice molto preoccupato il viceministro della Saluto Pierpaolo Sileri parlando dell’emergenza sanitaria che non si arresta, nemmeno nel nostro Paese. Sì i numeri sono calati e non sono quelli di questa primavera ma la preoccupazione resta tutta, soprattutto nei confronti di alcune situazioni nelle quali le difese si abbassano e il virus potrebbe insinuarsi senza problemi.
Si riferisce alla convivialità Sileri, quello del sedersi a tavola che potrebbe diventare un boomerang molto pericoloso. Via le mascherine, le distanze si azzerano e anche i mezzi di protezione che abbiamo a disposizione.
“Gli ospedali nei mesi scorsi sono stati amplificatori della diffusione del virus – ha dichiarato Sileri a “InBlu Radio” – adesso non succede perché ci sono dei protocolli come nelle Rsa. Invece sono molto più preoccupato dai pranzi della domenica in famiglia e dalle cene con amici” ha ammesso riprendendo la preoccupazione già espressa dalla virologa Ilaria Capua a “DiMartedì” su La7.
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Il Covid tra le mura domestiche, le parole di Sileri
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“Molte persone pensano che il virus non se lo sono preso, questo è un errore che non dev’essere commesso” avverte il viceministro della Salute Sileri. Chiede agli italiani di fare ancora attenzione, ai pranzi e alle cene in casa ma anche ai rientri dall’estero.
Non bisogna dimenticare che l’Europa non vive un momento facile: “Il rischio di avere casi d’importazione è elevato – ha aggiunto Sileri -. Servirebbe una strategia più ampia, non solo dell’Italia nei confronti della Francia ma una visione dell’intera Europa per dare delle linee definite”.
Da attenzionare nelle ultime ore è la Capitale che ha fatto registrare un numero altissimo di contagi. Il picco di contagi con 141 casi positivi in un solo giorno dall’inizio della pandemia ad oggi.
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Un numero altissimo e da non sottovalutare considerando che rappresenta tre volte quello raggiunto a Milano (47 nuovi contagi) che come sappiamo bene è stato il centro nevralgico della pandemia in Italia.
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