Telefonata a sorpresa di Claudia Mori a la “Vita in Diretta” per esprimere il suo pensiero sulla vicenda delle studentesse romane in minigonna a scuola
Momenti di tensione ieri a la “Vita in diretta”. Nel programma pomeridiano di Rai 1 si è tornati a parlare della protesta delle studentesse per la minigonna in classe. La protesta è scoppiata al Liceo Socrate di Roma all’indomani della richiesta da parte della vicepreside di non indossare in classe abiti troppo succinti perché avrebbero potuto “distrarre” in qualche modo i professori ed i compagni maschi.
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Il programma la “Vita in diretta” è ripartito ieri prendendo il posto de la “Vita in diretta estate” guidata da Andrea Delogu e Marcello Masi. All’ultima puntata la rossa Andrea Delogu ha emozionato tutti avvolgendosi nel cellophane e potendo così abbracciare il suo collega senza infrangere le regole anti Covid.
Ieri, durante la puntata di “Vita in diretta” condotta da Alberto Matano, si è discusso in studio con gli ospiti Alda D’Eusanio e Roberto Poletti su quanto sia giusta o meno la protesta delle studentesse di Milano contro la regola di non poter indossare la minigonna in classe.
Ad un certo punto ha telefonato in studio Claudia Mori molto indignata e ha detto: “È vergognoso che nel 2020 ci si chieda se le donne possono indossare la minigonna. È una vergogna che si parli ancora della minigonna in questi termini. La donna si deve vestire come vuole, perché sa come vestirsi a seconda della situazione. Se io a scuola me la voglio mettere, la metto. Se al professore cade l’occhio, è lui il malato”.
E poi ha anche aggiunto: “È pericoloso dire che l’occhio cade lì. La donna esattamente come l’uomo si deve vestire come ritiene opportuno. La verità è che non è mai passata l’idea della donna come oggetto sessuale e non come essere umano”. E poi scherzando ha concluso: “Io domani mi metto la minigonna, voglio vedere se cade l’occhio”.
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Anche Oliviero Toscani aveva giorni prima commentato l’accaduto e aveva detto: “Non è che allungando le gonne si toglie ai professori e agli alunni maschi il vizio di guardare. Che poi va anche detto che ciò che è bello può e deve essere ammirato. Se anche un professore guardasse una ragazza, non vorrebbe dire che automaticamente poi la violenti o la molesti”.
“Alla base c’è una cultura religiosa, cattolica e ipocrita che ha generato un maschilismo che, senza distinzioni, appartiene anche alle donne stesse, come nel caso di questa vicepreside. È una cosa stupida, da imbecilli, ma difficilmente superabile”.
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