Dal mese di ottobre entreranno in vigore alcune importanti novità che riguardano sia le persone fisiche sia le imprese.
Dal 1° ottobre entrano in vigore novità importanti che riguardano sia le persone fisiche, in qualità di fruitrici dei servizi Inps, sia gli imprenditori, nonché le famiglie che hanno lavoratori domestici.
Infatti, dal 1° ottobre al fine di accedere ai servizi Inps, sarà necessario lo Spid. Si tratta del sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della pubblica amministrazione italiana e dei privati aderenti, nei rispettivi portali web.
Inoltre, sempre dal 1° ottobre, le imprese dovranno tutte avere una pec, cioè una posta elettronica certificata.
Partendo dalla prima delle due novità, cioè l’obbligo di un proprio Spid per accedere al portale dell’Inps, conseguenza ovvia è che non sarà più sufficiente il Pin come credenziale di accesso ai propri servizi.
Il Pin sarà, infatti, sostituito dallo Spid, che permette di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione nonché ad alcuni incentivi introdotti dal governo per l’emergenza Covid.
La circolare Inps 17 luglio 2020, n. 87 ha però chiarito che chi è in possesso al momento del Pin Inps potrà ancora utilizzarlo.
Infatti, entrerà prima in vigore una fase transitoria. Solo terminata questa si avrà la definitiva cessazione della validità dei Pin rilasciati dall’Istituto.
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Anche per le imprese entra in vigore una novità rilevante. Si tratta dell’obbligo in capo a tutte le imprese, che sono costituite in forma societaria, di comunicare al registro delle imprese «il proprio domicilio digitale se non hanno già provveduto a tale adempimento».
Lo ha stabilito l’art. 37 del decreto legge del 16 luglio 2020, n. 76, il c.d. “decreto Semplificazioni”.
Si tratta, al momento della Pec, posta elettronica certificata.
Qualora ciò non avvenga entro il 1° ottobre, scatteranno le sanzioni.
In particolare, dai 206 ai 2.064 euro per le società e dai 30 ai 1.548 euro per le imprese individuali.
Anche i professionisti hanno il medesimo obbligo ma cambiano le conseguenze in caso di mancata osservanza: saranno sollecitati dal proprio Ordine, a pena anche della sospensione dall’Albo fino alla comunicazione.
Infine, sempre il 1° ottobre entrerà in vigore il nuovo contratto collettivo che regolamenta il lavoro domestico firmato lo scorso 8 settembre e che, tra le altre cose, prevede alcuni aumenti retributivi.
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