Il direttore scientifico dell’INMI “Lazzaro Spallanzani”, Giuseppe Ippolito, ha parlato dell’attuale situazione in Italia relativa all’epidemia da Covid-19.
L’aumento dei casi di contagio da coronavirus non accenna ad arrestarsi in diverse nazioni, Italia compresa, dove, però, la situazione al momento è sicuramente meno preoccupante rispetto ad altri Paesi. L’impennata della curva ha fatto suonare i primi campanelli d’allarme che hanno costretto alcuni governi a disporre nuove misure di contenimento. In merito ha parlato il direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) ″Lazzaro Spallanzani″, Giuseppe Ippolito, intervenuto alla trasmissione Mezz’ora in più, in onda su Rai Tre.
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“Il mondo è sotto scacco, i Paesi vicini a noi anche, l’Italia molto meno, ma l’aumento delle terapie intensive indica che il virus continua a circolare. Dobbiamo essere molto attenti perché possiamo avere un autunno come la scorsa primavera“. Queste le parole del professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) ″Lazzaro Spallanzani″, ospite della trasmissione Mezz’ora in più su Rai Tre. L’esperto ha poi proseguito spiegando che questo virus, più di altri, provoca sintomi gravi a livello respiratorio che necessitano di un supporto respiratorio, l’unico strumento insieme al cortisone di cui si ha certezza sull’efficacia al momento. “Più teniamo vuote le terapie intensive –aggiunge Ippolito- meglio è, ma per farlo bisogna essere coscienti, pensare che ognuno di noi possa essere infetto“.
Il direttore dell’INMI si è poi concentrato sul tema vaccino, spiegando che al momento il vaccino italiano della AstraZeneca è in fase di sperimentazione, ma a breve ci potrebbero essere altri vaccini. Il problema, spiega Ippolito, sarà valutare i candidati vaccinali perché non bisogna avere un vaccino che faccia sviluppare solo gli anticorpi. “Per questa ragione Tony Fauci raccomanda di considerare la fine del 2021 per ragionare in merito“.
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Infine l’esperto ha parlato dei test rapidi, sviluppati proprio dalla Spallanzani: “Fra una settimana, fra 10 giorni avremmo test sempre più rapidi. Abbiamo bisogno di test buoni e veloci e, soprattutto andando avanti così, bisogna avere dei test che non riscontrino solo la positività al Covid-19, ma almeno l’influenza e qualche altra patologia respiratoria“.
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