Il giudice ha sentenziato che “il fatto non costituisce reato”. Giovanni Morello è deceduto nel 2016 mentre era ricoverato in ospedale
ROVIGO – Il pediatra Vincenzo Rametta è stato assolto ieri dall’accusa di omicidio colposo dopo quasi 5 anni di calvario giudiziario. Il testo della sentenza è stato letto dal giudice Nicoletta Stefanutti, “il fatto non costituisce reato” secondo il tribunale di Rovigo. Il caso è quello di Giovanni Morello, di Anguillara (Padova), deceduto ad appena sei anni il 13 gennaio del 2016 mentre era ricoverato all’ospedale di Rovigo.
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La storia di Giovanni Morello ha lasciato il segno a Rovigo per tutti questi anni, anche all’interno del reparto di pediatria dove era ricoverato. Secondo i consulenti che avevano seguito il caso nel 2016, ad uccidere il bimbo era stato uno shock frutto di uno “strangolamento dell’ansa ileale con occlusione intestinale e perforazione della parete intestinale“.
Giovanni era stato portato in pediatria qualche giorno prima per febbre e forte dolore addominale che era stata valutata da Rametta come gastroenterite stagionale e rimandato a casa senza troppo allarmismo.
Rametta ha avuto assoluzione completa. La tragedia rimane senza responsabili
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La Procura, seguita dal PM Sabrina Duò subentrata nel caso dopo Davide Nalin, nella precedente udienza aveva chiesto 18 mesi per omicidio colposo ai danni di Vincenza Rametta, accusato di presunte omissioni di accertamenti. Il capo di imputazione contestava al pediatra di aver “omesso di richiedere una consulenza chirurgica generale o specialistica pediatrica, di richiedere approfondimenti ematochimici, di non aver richiesto approfondimenti strumentali, di non aver incluso nella diagnosi differenziale la possibile occlusione intestinale e in conseguenza di pregressi errori professionali la prescrizione dell’intervento chirurgico dell’asportazione dell’ansa ileale strangolata e il ripristino della canalizzazione”.
L’avvocato Giuseppe Sarti del foro di Venezia, ha invece chiesto l’assoluzione completa del pediatra e la decisione del Tribunale ha dato ragione alla difesa dell’imputato.
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