L’infettivologo Matteo Bassetti ha commentato quanto sta accadendo in casa Genoa, dove 14 tesserati, tra giocatori e staff, sono risultati positivi al Covid-19.
Con un comunicato apparso sul sito ufficiale, il Genoa ha reso noto che i tesserati positivi al Covid-19 sono saliti a 14. Circostanza che avrebbe messo a rischio il prossimo match di campionato dei liguri, in programma sabato contro il Torino. In merito ai casi emersi nel club rossoblù è intervenuto l’infettivologo Matteo Bassetti attraverso un post sul proprio profilo Facebook. Secondo l’esperto quello che sta accadendo al Genoa potrebbe rappresentare “la Waterloo dei tamponi“.
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“Mentre lo studio di Vo’ Euganeo sembrava una facile vittoria di Pirro, quello che sta accadendo al Genoa Calcio potrebbe rappresentare la ‘Waterloo dei tamponi’“. Inizia così il post sul proprio profilo Facebook dell’infettivologo Matteo Bassetti che ha voluto commentare i casi di positività emersi nel club ligure nelle scorse ore. La società difatti, ha comunicato che all’esito dei tamponi effettuati in seguito alla sfida contro il Napoli sono emersi nuovi tesserati positivi che portano il bilancio totale a 14. Una situazione molto delicata che ha costretto il club ad attivare tutte le procedure previste dal protocollo e che potrebbe far slittare il match di sabato contro il Torino.
Il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha poi proseguito spiegando: “Dopo poche ore dall’esito di tamponi negativi per tutta la squadra si è assistito a numerose positività con probabili conseguenze importanti sul futuro del campionato di serie A“. I tamponi, secondo Bassetti, possono dare, da una parte una falsa patente di negatività, mentre dall’altra creare un “esercito di positivi asintomatici“. In questo modo, prosegue il post, si rischia di far circolare persone risultate negative al test, ma che sarebbero in fase di incubazione e potrebbero trasmettere il virus, mentre disporre la quarantena per soggetti positivi, ma che non lo trasmettono.
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“Bisogna– chiosa l’esperto- rimettere al centro la clinica fatta di segni e sintomi, che unita alla virologia, rimane lo strumento migliore per la gestione di questa pandemia. D’altronde abbiamo sempre fatto così nella gestione delle malattie infettive“.
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