Il professor Walter Ricciardi ha escluso che l’attuale frangente epidemiologico possa definirsi una seconda ondata di Covid-19, spiegandone il motivo.
Il professor Walter Ricciardi, ospite della rubrica Buongiorno di Sky TG24 ha parlato dell’attuale quadro epidemiologico. L’aumento dei casi di contagio in Italia, a suo avviso, non possono essere definiti come una seconda ondata del virus. Ed infatti, considerando che non si è mai registrato un azzeramento, va da sé che oggi possa parlarsi esclusivamente di una ripartenza. A determinare un rinnalzamento della curva sarebbero stati due fattori.
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“Si tratta sempre della prima ondata, non è una seconda. L’azzeramento dei casi non si è mai registrato pertanto ora è una ripartenza“. Questa la spiegazione fornita da Walter Ricciardi ai microfoni della rubrica Buongiorno in onda durante l’edizione mattutina di Sky Tg24. Il professore ha proseguito spiegando quale sarebbe stato il decorso dell’epidemia in Italia. Sostanzialmente la curva sarebbe stata appiattita. Tuttavia con l’arrivo dell’estate le condizioni propizie per il virus, ossia la leggerezza in alcuni atteggiamenti da parte dei cittadini, misti all’avvento dei primi abbassamenti di temperatura avrebbero determinato un nuovo innalzamento dei casi. L’attuale frangente, quindi, può etichettarsi come “seconda ondata” solo se lo si intende come nuova stagione del virus, perchè oggi si parla sempre della stessa originaria ondata pandemica.
Il professor Ricciardi ha poi proseguito la propria intervista parlando della gestione dei casi critici e delle terapie intensive. I posti, ora, sono stati raddoppiati e conterebbero più di 10mila unità. Il vero problema riguarderebbe le terapie subintensive distanti dai pronto soccorsi. Quando il flusso influenzale investirà il Paese, allora lì, dice Ricciardi si creerà il vero disagio.
Il professore ha poi parlato del quadro di due specifiche regioni la Campania ed il Lazio. A suo dire, i numeri non sarebbero preoccupanti. La situazione sarebbe ampiamente sotto controllo ed il Paese, afferma Ricciardi sarebbe ben lontana da un secondo lockdown. Certo è, però, che servirebbero misure più stringenti. Una nuova chiusura è ipotizzabile solo per arginare specifici focolai epidemici. Sarebbe in ogni caso l’ultima spiaggia per cui optare.
Quanto ai test rapidi, di cui molto si è discusso il Professor Ricciardi ha voluto sedare ogni polemica. Attualmente sarebbero di gran lunga migliorati e soprattutto negli aeroporti o comunque nei luoghi in cui si condensano numerose presenze, sarebbero di vitale importanza. Soprattutto nelle scuole avrebbero la loro importanza: “Non sono sicuri al 100%, tuttavia permettono l’individuazione dei cosiddetti superdiffusori e rappresentano un importante strumento” afferma Ricciardi.
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Il professore ha concluso affermando che l’Italia è stata pioniera nell’utilizzo dei test veloci ed adesso le autorità stanno ipotizzando il loro impiego anche nelle scuole.
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