Il gruppo Intesa Sanpaolo è interessato da importanti novità che riguardano il lavoro.
A breve in Intesa San Paolo ci sarà un cambio generazionale di notevole portata: a fronte di 5mila uscite volontarie saranno assunti 2.500 giovani.
Gli aspiranti bancari possono “contare” su 2.500 posti che si apriranno nel gruppo Intesa Sanpaolo da qui fino al 2023.
E’ stato infatti raggiunto l’accordo con i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin) che prevede il turn over: 5mila uscite volontarie (grazie a quota100 ma anche al fondo di solidarietà di settore) e incentivate e 2.500 nuovi assunti: in pratica 1 nuovo assunto su due lavoratori in uscita.
Le uscite potranno riguardare i bancari di Intesa e di Ubi, compresi quelli che operano nelle filiali che saranno cedute a Bper.
Sia le uscite sia le assunzioni avverranno in maniera scaglionata tra il 2021 e il 2023.
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Caterina Dotto e Giuseppe Cassella, segretari di gruppo di First Cisl in Intesa Sanpaolo e in Ubi, si sono dichiarati soddisfatti e hanno spiegato, secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, che è stata data «certezza di diritti alle 1.197 domande in sospeso (925 Intesa Sanpaolo e 272 Ubi), eccedenti rispetto alle uscite all’epoca preventivate dalle due banche. Le domande dovranno essere ripresentate, alle condizioni del nuovo accordo, che riguarda l’intero perimetro del gruppo Intesa Sanpaolo, ma avranno priorità».
L’accordo, infatti, hanno evidenziato i segretari nazionali First Cisl Domenico Iodice e Mauro Incletolli: «offre pari certezza di accoglimento delle domande di uscita in precedenza non accolte, sia in Intesa sia in Ubi. Ma è importante che persegue la salvaguardia occupazionale anche per i dirigenti e una maggiore sostenibilità dei carichi di lavoro, grazie al ricambio generazionale».
Per i segretari nazionali Uilca Mariangela Verga e Giuseppe Bilanzuoli, l’intesa “rappresenta una grande opportunità per il Paese, soprattutto in questo periodo di crisi occupazionale accentuato e reso più duro dalla pandemia che stiamo attraversando”.
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I segretari nazionali Unisin-Confsal, Alessandro Casagrande e Valerio Fabi hanno posto l’accento sul “ricambio occupazionale” garantito dall’accordo.
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