Valerio Vannini, papà di Marco, ha parlato ai nostri microfoni commentando la sentenza della Corte d’Appello d’Assise di Roma.
La nostra redazione ha intervistato quest’oggi Valerio Vannini, papà di Marco Vannini, proprio a seguito della sentenza emanata dalla Corte d’Assise d’Appello: Antonio Ciontoli, nel processo di appello bis, è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario, mentre 9 anni e 4 mesi di carcere sono toccati ai figli e alla moglie Maria Pezzillo, per concorso anomalo in omicidio volontario.
La sentenza, dalle parole di papà Valerio, è stata accettata positivamente.
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Valerio, come avete accolto, tu e la tua famiglia, la sentenza emanata quest’oggi dalla Corte d’Assise?
“La sentenza è stata accettata in modo molto positivo, perché a noi non interessava tanto il numero di anni della pena, quanto che venissero condannati per l’atteggiamento volontario che hanno avuto nel non soccorrere Marco dopo lo sparo. Ora attendiamo la sentenza di Cassazione, che sarà l’ultimo gradino. Ma sicuramente l’attendiamo con un altro spirito“.
Come avete accolto la richiesta di perdono da parte di Ciontoli?
“La lettera di Ciontoli non c’ha fatto né caldo né freddo perché, a parte il fatto che era scontata, non ha fatto altro che ripetere le stesse cose accentrando le colpe su se stesso e cercando di scagionare la famiglia. Poi ha sprecato due parole per chiederci perdono sempre a ridosso della sentenza. Ma è stato completamente inutile perché, se avesse voluto chiederci perdono veramente, lo avrebbe dovuto fare quel 18 maggio di 5 anni fa, dopo aver chiesto i soccorsi per Marco e averci contattato nell’immediato“.
E’ arrivata la sentenza del processo in appello bis del caso Vannini. Arrivate le condanne a 14 anni per Antonio Ciontoli e 9 anni e 4 mesi di reclusione per gli altri tre membri della sua famiglia. Marco Vannini era un giovane che fu ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre si trovava a casa della sua fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. Il fatto accadde nel maggio 2015, nella notte tra il 17 e il 18 maggio. Il nuovo processo d’appello per tutta la famiglia di Antonio Ciontoli era atteso da tempo.
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