In Italia un minore su tre è a rischio povertà come in Bulgaria, Romania e Grecia.
Nell’Unione Europea, quasi un minore su quattro è a rischio di povertà o di esclusione sociale.
Nel nostro paese invece la proporzione è più allarmante: si tratta di un minore su tre come in Romania (38,1%), Bulgaria (33,7%) e Grecia (33,3%).
In Italia si tratta del 30,6% dei bambini.
E’ uno studio della Corte dei Conti europea sulla lotta contro la povertà infantile che lo evidenzia e i dati si riferiscono al 2018, prima della pandemia di Covid-19.
Lo studio della Corte dei Conti europea evidenzia anche che i minori in stato di povertà non sono destinatari in modo esplicito e diretto di un sostegno ad hoc da parte dell’Ue.
In Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca e Slovenia solo un minore su 6 rischia la povertà o l’esclusione sociale.
L’Italia è insieme a Germania, Polonia e Romania, uno dei paesi le cui autorità nazionali sono state visitate dalla Corte ed è emerso che, sebbene le cifre destino in ogni caso preoccupazione, nel nostro Paese sono sfruttati i fondi europei e esistono programmi operativi nazionali e regionali, anche mirati.
Lo studio osserva riguardo: «Il programma operativo nazionale sull’integrazione sociale finanzia i servizi sociali a sostegno dei minori e delle loro famiglie (ad es. sostegno socio-educativo, sostegno alla genitorialità e servizi di mediazione familiare). Inoltre tali servizi comprendono il sostegno ai genitori con esigenze complesse e ai nuclei familiari con figli al di sotto dei 1000 giorni di vita».
Tra le iniziative esiste anche un Fondo specifico per il contrasto della povertà educativa minorile nato nel 2016 e alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria.
Sul sito dedicato tutte le informazioni su bandi, iniziative e progetti.
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