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Interviste

10 domande a Valentina Carnelutti: tra nuovi progetti, speranze per il futuro e lo Yoga

Valentina Carnelutti ha risposto alle domande di YesLife e ci ha parlato dei suoi progetti futuri, del suo rapporto con lo Yoga e cosa si augura per il futuro

Valentina Carnelutti (fonte foto GettyImages)

Attrice, doppiatrice e regista italiana, Valentina Carnelutti è conosciuta a livello internazionale. Protagonista al cinema e in televisione, dove il pubblico ha potuto vederla all’opera in diverse serie tra cui Squadra Antimafia e la più recente Made in Italy. Ha prestato la sua voce per il doppiaggio di numerosi personaggi e ha debuttato anche alla regia del documentario Melkam Zena – Buone Notizie. Si è raccontata a YesLife rispondendo alle nostre 10 domande, parlandoci anche della sua passione per la lettura e per lo Yoga oltre che dei suoi nuovi progetti.

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Valentina, nella tua vita e carriera hai intrapreso numerose strade. Dalla recitazione al doppiaggio, dalla regia alla sceneggiatura. In quale forma di espressione ti riconosci di più?

Fare l’attrice è il mio mestiere da sempre, e il gusto non è tanto “riconoscermi” quanto eventualmente far sì che siano gli altri a riconoscersi, che trovino nei lavori che interpreto qualcosa che risuona in loro. Quanto alla sceneggiatura e alla regia le cose che ho scritto e diretto (poche!) sono intime e mi hanno coinvolta in maniera totale. La ragione stessa per cui mi sono dedicata al documentario o al piccolo film che ho diretto, e poi alla scrittura del prossimo, è proprio intrinseca alla mia necessità di raccontare quelle precise cose in quel particolare modo e in nessun altro. La recitazione e la regia sono per me aspetti diversi di un’unico intimo desiderio: quello di contattare gli umani in profondità, auspicando aperture, cambi di rotta, sorprese, emozioni nuove. Cercando di suscitare domande e provocazioni, restando solidali.

In questo delicato momento di ripartenza per l’industria dello spettacolo, stai lavorando a qualche nuovo progetto? Se sì, puoi dirci qualcosa a riguardo?

Sto limando la sceneggiatura del mio prossimo primo lungometraggio in attesa di finanziamenti. E scrivendo cose nuove. Nel frattempo si dovrebbero riprendere lavori lasciati in sospeso, ma finché non accade non posso dire di più.

Il pubblico conserva ancora oggi “La meglio gioventù” nel cuore. Diciassette anni dopo, cosa ti porti dietro di quel progetto?

La solidarietà che si è creata tra noi attori e con tutta la troupe insieme a Marco Tullio (Giordana) è come un’infanzia felice, qualcosa che per il resto della vita ti serve da esempio nei momenti difficili. Sai che un set sereno è possibile, che collaboratori sani e generosi esistono, che una storia raccontata con passione e rigore si inscrive nella memoria delle persone restituendo loro qualcosa di se stessi. Dunque direi: gratitudine e fiducia.

Lo scorso anno il pubblico ha avuto modo di vederti nella serie tv “Made in Italy”, che ha voluto raccontare la nascita della moda italiana negli anni Settanta. Che rapporto hai tu con il mondo della moda?

Non l’ho ancora capito e per il momento continuo a preferire i mercatini. Mi fa impressione pensare che il denaro che serve per acquistare un certo capo d’abbigliamento possa sfamare un’intera famiglia per mesi e per questo evito gli abiti di lusso. E mi fa impressione che abiti costosi vengano abbandonati dopo una sola stagione. Quando trovo una cosa che mi piace e mi sta bene la riparo fino allo sfinimento, e a volte mi pento di non averne prese due. Certo la moda è anche un mezzo per raccontare una società, Made in Italy lo mostra chiaramente, in genere indosso cose semplici auspicando una società più equa, ed ecologiche per un mondo più pulito. Sono contraria all’usa e getta, mi piace riciclare, aggiustare, valorizzare, cucire e ricucire. Vale per gli abiti ma anche per gli oggetti, l’automobile, perfino i rapporti umani.

Valentina Carnelutti (fonte Valentina Carnelutti Official Site)

Hai mostrato con fierezza la tessera che ti riconosce come socio fondatrice di U.N.I.T.A (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) insieme a numerosi tuoi colleghi. Ci puoi parlare meglio di questo progetto?

U.N.I.T.A. è un’associazione di categoria nata con l’intento di far luce sui diritti degli attori per proteggerli e sostenerli. Abbiamo diversi obbiettivi, e altri ne verranno fuori, penso per esempio alla stesura e approvazione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per l’audiovisivo, all’istituzione di un registro degli attori, alla difesa dei diritti di immagine, alla revisione del contratto per gli scritturati della prosa… Oltre ad offrire consulenza legale agli associati quando ne dovessero avere necessità. Gli attori sono moltissimi ma sono sempre molto soli, e in questa solitudine si insinuano gli abusi da parte di grandi e piccoli, ci auguriamo che con U.N.I.T.A. le nostre diverse e peculiari voci individuali possano farsi sentire come un’unica forza, capace di restituire a ciascuno la giustizia che ogni lavoratore merita. (Sì, lavoratore, spesso si dimentica che facciamo parte di questa
categoria…).

Un libro che ti ha segnata e che conservi in modo particolare nei ricordi?

Se questo è un uomo, Primo Levi.

Credi che cambi l’esperienza di lettura a seconda della sua modalità? Leggere un libro cartaceo, un ebook o ascoltare un audiolibro, ai quali tu spesso hai dato voce, cambia il coinvolgimento che una persona può provare nei confronti della storia secondo te?

Non c’è paragone, sono proprio attività diverse! Leggere un libro richiede una presenza fisica: si sta probabilmente seduti, si sostiene il libro con le mani, si seguono le parole con gli occhi, si sfogliano le pagine. Questo accade in un tempo preciso, gli occhi non possono andare più veloci di un certo numero di parole al secondo. E in questo tempo naturale della lettura del libro il cervello deve discernere, ciò che viene letto l’animo lo assimila, il cuore lo riceve. Quando la lettura è valida accade un cambiamento, piccolo o grande che sia, resta inscritto nella memoria della persona. Il testo ha accesso a una parte profonda… L’audiolibro ha un altra modalità, tocca altrove. È più veloce, non richiede attenzione né presenza fisica. Si può ascoltare guidando, cucinando, facendo altro. Ci si può distrarre e lui va avanti. Non ci chiede interpretazione perché è già interpretato. Ricordi la storia, forse ti piace il modo in cui è stato letto, forse ti emoziona ma non ti chiede sforzo. La differenza è come quella tra il pane che compri e quello che fai a casa. Ma è meglio un audiolibro che un’ora di pubblicità! È meglio un audiolibro che nessun libro!

Valentina Carnelutti (fonte Valentina Carnelutti Official Site)

Lo yoga occupa una parte molto importante nella tua vita, come si può notare dai numerosi scatti che condividi. Quando ti sei avvicinata per la prima volta a questa disciplina e cosa ti ha fatto innamorare di essa?

Ho iniziato a praticare l’Iyengar Yoga nel 2006 quando ho dovuto interrompere allenamenti intensi di danza per mancanza di tempo. E da allora non ho mai smesso. Sono passata dalla sensazione che mi facesse bene al corpo alla certezza che mi faccia bene a tutto! Grazie allo Yoga mi sono curata due ernie cervicali e sono sopravvissuta a diversi incidenti che rischiavano di compromettere la mia cervicale. Inoltre ho trovato una quiete che dal fisico più superficiale si irradia verso l’interno più profondo. Una sorta di ordine e pace intimi che sono felice di condividere.

Tieni anche dei corsi di yoga, online e dal vivo. A una persona che ha ancora dei dubbi se avvicinarsi o meno a questa disciplina, cosa diresti per convincerla ad approcciarla per la prima volta?

Di provare, di non cercare un risultato, ma di godersi l’esperienza. E di fare attenzione a che tipo di pratica si avvicina. “Yoga” “yoga” “yoga”, è una parola abusata e si rischia di farsi male nel tentativo ignorante di eseguire posizioni estreme solo per il gusto esteriore di vedersi attorcigliati, e ancora di più se si è flessibili. Attenzione. Anche stare seduti con la colonna eretta è Yoga. Direi di provare con amore per se stessi, senza forzarsi in qualcosa per cui non si è pronti. E di guardare uno dei tanti video del maestro B.K.S.Iyengar che si trovano online.

Che cosa vorresti augurare alla Valentina del futuro?

Di vivere in un mondo in cui l’aria sia ancora respirabile, l’acqua bevibile, il mare con dentro i pesci, la terra con sopra le piante. I volti delle persone scoperti, gli abbracci possibili.

Federica Di Marco

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