Il virologo del San Raffaele Roberto Burioni torna a parlare e stavolta su Twitter spiega che la situazione influenzale legata al Covid “inizia a mettersi male”
Con l’incremento dei contagi torna a parlare anche il virologo del San Raffaele Roberto Burioni, che lancia l’allarme sulla sua pagina Twitter. “Le cose cominciano a mettersi peggio. Vi prego, state attenti, mantenete le distanze, portate le mascherine, evitate luoghi affollati al chiuso, lavatevi le mani“, ha cinguettato ieri pomeriggio il docente. “Il virus è lì fuori, infettivo e nocivo come nella scorsa primavera. Dipende tutto da noi“.
A preoccupare è la crescita del rapporto tra il numero dei test ed i positivi da essi rilevati, sempre considerando che il numero dei tamponi è incrementato ulteriormente del +7,9%.
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L’unica speranza per Burioni è la realizzazione di un vaccino efficace, come spiegato sulla pagina “Medical Facts” da lui curata dove scrive anche un paragone calzante con la vittoria calcistica del 2006: “Il Covid è come l’Italia del 2006: ha superato la Germania in semifinale giocando una magnifica partita. Adesso si va in finale dove c’è la squadra più forte del mondo. Certo, il risultato non è al sicuro: ma se si è in finale significa che si può vincere, chi ha perso in semifinale è già a casa. Noi siamo invece in campo. Incrociamo le dita e prendiamo tutte le precauzioni: ci serve ancora qualche settimana o mese per sapere se il vaccino funziona o meno. E se funziona per il virus saranno guai”.
L’esperto virologo interviene per commentare i nuovi risultati sul vaccino sperimentale della società biotech americana Moderna, diffusi ieri in mattinata. I dati sul vaccino sviluppato insieme al Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Disease), diretto dall’immunologo della Casa Bianca Anthony, indicano che “il vaccino potrebbe essere efficace anche negli anziani”.
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“Un problema di molti vaccini, tra i quali quello antinfluenzale – spiega Burioni – sta nel fatto che le persone che più avrebbero bisogno della protezione, come gli anziani, sono quelli che peggio rispondono alla vaccinazione. Nel caso del vaccino contro Covid-19 questo sarebbe un guaio, in quanto come tutti sapete le conseguenze dell’infezione sono molto più gravi con l’andare avanti nell’età”.
“Adesso bisogna vedere se queste premesse si tradurranno in una protezione concreta – dice ancora Burioni. È quello che stanno tentando di dimostrare gli studi in corso e attendiamo di giorno in giorno il risultato”.
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