Fidanzati uccisi a Lecce, il killer non è stato mosso da odio: “I due vittime occasionali della sua violenza”
Sul terribile caso del doppio omicidio dei fidanzati di Lecce arrivano ulteriori dettagli sull’autore del terribile gesto, il giovane Antonio De Marco. Secondo il giudice per le indagini preliminari (gip) del tribunale di Lecce, Michele Toriello,i due sono stati vittime occasionali su cui l’imputato ha riversato la sua irrefrenabile violenza. Toriello, infatti, scrive che le vittime Daniele De Santis e Eleonora Manta sono stati uccisi: “senza alcun effettivo collegamento a un qualsiasi attrito insorto durante la breve convivenza”. Il giudice ha poi parlato dell’imputato giustificando la permanenza in carcere a causa della sua inaffidabilità.
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La cosa più sconcertante che emerge, secondo quanto riportato da Leggo, è il fatto che l’imputato pare avesse l’intenzione di torturarli prima per dieci o quindici minuti e poi finirli. Ciò è emerso da alcuni fogli ritrovati in cui ci sono tracce di queste intenzioni da parte dell’assassino. Il gip ha definito l’omicidio: “di una spietata efferatezza, malvagia e inumana crudeltà”. L’imputato avrebbe avuto, stando sempre a quanto ritrovato sui figli, anche la volontà di lasciare delle scritte con il loro sangue. Il giovane imputato ha raccontato di essere stato riconosciuto da Daniele De Santis: “Il passamontagna mi è stato sfilato da Daniele il quale poi mi ha riconosciuto – ha ammesso – Ho sentito gridare “Andrea”. Loro non hanno mai pronunciato il mio nome. Indossavo dei guanti che poi si sono strappati perdendone forse uno solo o un frammento”. Queste le parole dell’imputato durante il racconto ai magistrati della procura di Lecce.
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“Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi – ha detto – Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina. “Dopo aver avuto una colluttazione con lui li ho uccisi. Quando ho colpito lui ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele”.
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