Il ristorante di Carlo Cracco è finito diritto nel mirino dei clienti. La qualità del prodotto non si discute, ma qualcosa lì va sempre storto…
Il celebre ristorante di Carlo Cracco a Milano, come è ben noto a tutti riserva dolci peculiarità per il nostro palato. La raffinatezza e la classe con la quale vengono trattati i clienti rappresentano uno dei pochi aspetti unici al mondo, in particolar modo nel computo dell’accoglienza.
Le ricette prelibate della “mano” esperta sono sotto gli occhi di tutti, così come la grande professionalità che i ristoratori del posto riservano ai turisti, decisi a trascorrere una giornata all’insegna della “stracittadina” della moda.
Ricordiamo a tutti che il locale raffinato di Corso Vittorio Emanuele, sia da un punto di vista estetico che dei piatti serviti a tavola è una delle eccellenze principali in Italia. Il merito è certamente del cuoco, protagonista di MasterChef, che riesce sempre a regalare un sorriso a tavola ai propri clienti, soprattutto nei periodi bui, come quelli che stiamo attraversando.
Ma al di là del prospetto all’avanguardia, da un punto di vista dell’organizzazione e della competenza in materia, c’è sempre qualcuno che alla fine dei conti “storce il naso” di fronte alle “crude” evidenze che il locale riserva ai turisti, all’ultima curva.
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Al di sopra delle evidenti note intonate che il ristorante di Carlo Cracco “confessa” al proprio cliente, c’è sempre qualcuno che dal sorriso passa inevitabilmente al “singhiozzo”. Una delle più liete passeggiate milanesi per un gruppo di clienti, nelle scorse settiamane si è trasformata in un vero e proprio incubo.
Dopo aver scherzato e gustato le leccornìe del noto ristorante della galleria di Corso Vittorio Emanuele a Milano, i ristoratori hanno presentato sul tavolo dell’ospitata un conto salatissimo.
La polemica non è affatto cosa nuova, ma evidentemente i turisti incaricati a mettere mano al portafoglio si son trovati davvero spiazzati! Lo scontrino sul tavolo, al termine della consumazione di tre aranciate e due bottiglie d’acqua non rispecchiava i canoni della regolarità economica.
Il saldo da versare alla struttura era di ben 41 euro, per qualcosa che siamo soliti definire una semplice “bevuta” tra amici.
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La questione dello scontrino è finita inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento del web, che ha messo in stato d’allerta i tursiti “curiosi” che per puro caso si dovessero trovare, in una splendida giornata di sole, ad assaporare questa esperienza di squisitezza sì piacevole e deliziosa, ma fin troppo facoltosa! E voi, invece, cosa ne pensate?
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