Attualmente sarebbero oltre 1000 le scuole in cui si è registrato almeno un contagio da Covid-19 mentre i focolai sarebbero un centinaio.
Supererebbero le 1000 unità, le scuole all’interno delle quali, dopo la riapertura, si è registrato almeno un caso di Covid-19. Quasi cento, invece, gli istituti in cui ci sarebbero stati più contagi. Questo l’attuale quadro descritto da Lorenzo Ruffino, studente di Economia all’Università di Torino, e Vittorio Nicoletta, dottorando in Sistemi decisionali in Canada.
Un report che precede quello che avrebbe dovuto pubblicare il Ministero dell’Istruzione, riporta La Repubblica, la scorsa settimana.
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Un report, quello stilato da Ruffino e Nicoletta i cui dati precedono il rapporto ufficiale che il MIUR avrebbe dovuto pubblicare già all’inizio della scorsa settimana. Il quadro descritto, in constante divenire, rappresenta la situazione Covid all’interno delle scuole italiane. La raccolta dei dati è avvenuta attingendo dalle notizie riportate dai media, nonché da dichiarazioni rilasciate da persone interne all’ambiente.
Stando al rapporto le notizie riguardanti l’argomento sarebbero 1243, ma gli istituti coinvolti 1120. Di questi poco più di 15, 17 per l’esattezza, erano scuole che già il giorno del ritorno fra i banchi avevano accertato delle positività. 429 quelle in cui i contagi si sarebbero registrati tra il 14 settembre ed il 23. Dal 24 settembre in poi, invece, il numero era di 673.
Lorenzo Ruffino, coautore dello studio, avrebbe dichiarato che il numero delle scuole coinvolte sarebbe minimo rispetto a tutti gli istituti presenti sul territorio nazionale che ammonta a 67mila strutture. Tuttavia, precisa stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, bisognerebbe aver contezza della giusta incidenza sulla vita reale. Delle scuole in cui si sono registrati contagi, solo 139 sono state chiuse, mentre nelle altre è stata disposta la quarantena di alcune classi.
Sempre secondo il report di Ruffino e Nicoletta, sarebbero 1418 i soggetti interni alla scuola contagiati. Tra essi si contano studenti e professori. Lo studente dell’Università di Torino sul punto ha affermato: “Ipotizzando che ciascuna classe possa contenere 20 discenti, abbiamo stimato che dopo sole tre settimane dalla riapertura delle scuole – riporta La Repubblica- potrebbero essere già 25mila i giovani in quarantena“. Ciò ha proseguito Ruffino, si traduce in un grande problema per le famiglie che si trova a dover rimanere a casa con i figli stante l’impossibilità di lasciarli con i nonni. Ulteriore problema sarebbe anche quello per cui le scuole hanno l’obbligo di garantire la DAD per almeno 14 giorni.
Attualmente, dal quadro stilato, i più colpiti sarebbero gli scolari, poi i docenti ed infine la restante parte della popolazione scolastica. Le tipologie di scuole, invece, in cui si sarebbe registrato il maggior numero di contagio, le scuole superiori. Seguono scuole dell’infanzia.
Le Regioni in cui si sarebbero concentrati numerosi contagi, invece, sarebbero Lombardia al primo posto ed a seguire Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Il report stilato da Ruffino e Nicoletta, offre un quadro che anticipa quello che ufficialmente dovrà fornire il MIUR.
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Numeri che continuano a far sostenere che la riapertura delle scuole non possa essere considerata come la miccia di innesco del nuovo aumento vertiginoso dei casi. Nella regione Lazio, la gran parte di essi, avrebbe riferito Alessio D’Amato assessore alla Sanità, deriverebbe da rapporti al di fuori dei banchi.
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