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Bonus casa: la detrazione e la cessione del credito a confronto

Bonus casa: non sempre conviene la cessione del credito. Confrontando cessione del credito e detrazione emergono alcune interessanti differenze. 

Disegno di una casa (foto Pixabay)

Detraendo il credito del bonus casa 110% è possibile ottenere tutto il valore nominale del credito anche se in tempi medio-lunghi.

Infatti, la detrazione del superbonus 110% avviene in 5 anni.

Inoltre sul quanto detratto nei cinque anni (o dieci anni in base al tipo di bonus) incide il tasso d’inflazione che potrebbe far calare di molto il quanto che si attende rateizzato ogni anno a seguito della dichiarazione dei redditi.

Invece cedendo il credito si ottiene in breve tempo un controvalore monetario ma perdendo una parte del valore nominale del credito.

D’altro canto però, la cessione del credito d’imposta a una banca o alle Poste o a una compagnia d’assicurazione sconta una fetta del valore nominale del credito.

Di fatto si riesce a incassare l’80% del credito.

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Bonus casa: la variabile del prestito ponte

Casa nel verde (foto Pixabay)

Inoltre, ci sono alcune altre circostanze da tenere in considerazione con riguardo alla detrazione del credito.

In primis se l’immobile viene venduto, salvo accordi differenti, il diritto alla detrazione si trasferisce all’acquirente.
In secondo luogo, in caso di morte del beneficiario la detrazione si trasferisce agli eredi solo se questi ultimi mantengono la “detenzione materiale e diretta” del bene.

C’è però una terza via. Si tratta del c.d. “prestito ponte”.
E’ infatti possibile accedere ad appositi prestiti bancari per pagare le aziende che svolgono i lavori saldabili in un secondo momento con una cessione del credito d’imposta. Anche in questo caso c’è un costo: quello del finanziamento pari a circa il 2,5-3% (Taeg) su base annua.

Casa in bilico (foto Pixabay)

Questa ipotesi può essere la migliore per i proprietari di case da ristrutturare che siano in affanno per le relative spese.

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