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Riciclo imballaggi di plastica, Corte dei Conti UE scettica sugli obbiettivi

La Corte dei Conti Ue ha ipotizzato che l’Unione potrebbe non raggiungere gli obbiettivi che si era prefissata di raggiungere per il riciclo della plastica.

(Getty Images)

Obbiettivi ambiziosi che purtroppo potrebbero essere mancati quelli che l’UE si era prefissata di raggiungere in ordine al riciclo degli imballaggi in plastica. Questo quanto ritenuto dalla Corte dei Conti Europea all’esito dell’analisi dell’attuale assetto normativo riguardante il settore. Ad avviso dell’Organo allo stato dei fatti, la diminuzione del 50% entro il 2025 e del 55% entro il 2030 del packaging sarebbe un’ardua impresa.

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Riciclo imballaggi di plastica, Corte dei Conti smonta gli obbiettivi

(Getty Images)

Una sfida già ardua in partenza resa ancor più ardua dall’emergenza Covid-19 che ha riportato in auge la filosofia dell’usa e getta facendo risalire il consumo di plastiche. Questo il quadro presentato da Samo Jereb portavoce della Corte dei Conti UE all’esito dell’analisi dell’attuale quadro normativo involgente uso e riciclo del dannoso materiale.

Una valutazione, la sua che spegne gli entusiasmi creatisi attorno agli obbiettivi molto ambiziosi posti dall’UE in tema di riciclo delle confezioni in plastica. La possibilità, come riporta l’Ansa, che entro il 2025 verrà eliminato il 50% ed entro il 2030 il 55% sembra sempre più una chimera. È evidente come premesso che la pandemia da Covid-19 ha aggiunto un ulteriore macigno su una già pressante piaga.

L’UE pur figurando tra i luoghi, ad economia avanzata, più aventi in ordine al riciclo di plastica, di contro i suoi imballaggi rappresentano la stragrande maggioranza che viene esportata per essere dismessa. Una malpractice che di certo è stata limitata da una regolamentazione più rigida ivi compresa la Convenzione di Basilea, la quale in ottica futura porterà sicuramente ad una diminuzione. Di converso, però, potrebbe essere che venga alimentato il commercio nero dei rifiuti.

Secondo un recente rapporto, afferma la Corte UE, in alcuni Paesi dell’Unione i rifiuti svaniscono. Il 33% dei più pericolosi, infatti, scompare dal mercato legale. Percentuali, queste, rese note dall’Europol, il quale ha distrutto un traffico di trasporto illegale di rifiuti che dalla Slovenia giungeva in Cina.

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(Getty Images)

Sarebbero anche altre le Nazioni in cui si registrerebbe questa smaterializzazione: dal Regno Unito ai Paesi Bassi.

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M.S.

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