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Interviste

Seryo si racconta: “Il mio cambiamento una vera rinascita”

Intervista esclusiva per Yeslife di Seryo, il giovane cantante conosciuto da tutti per aver partecipato alla scorsa edizione di Xfactor

Seryo (ufficio stampa)

Lo abbiamo visto esibirsi sul palco di Xfactor lo scorso anno e precedentemente a The Voice in Francia. Molti lo conoscono come Nicola Cavallaro, oggi è rinato con il suo nome d’arte Seryo. Classe 1991, originario di Catania, il cantante dalla barba folta, lo sguardo penetrante ha conquistato il pubblico italiano con la sua voce profonda.

Il 25 settembre è uscito il suo nuovo singolo “C’è posta per te”, il primo brano dopo il suo cambiamento e dal 2 ottobre è stato pubblicato il videoclip su tutte le piattaforme digitali. Curiosi, abbiamo fatto qualche domanda a Nicola.

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Nuovo video clip (ufficio stampa)

Seryo, una nuova identità. A cosa è dovuto questo cambiamento? 

Il mio cambiamento è dovuto ad una vera e propria rinascita. Tutte le mie ultime esperienze sia personali che lavorative mi hanno portato a voler ricominciare tutto da zero con grande eccitazione, come se fosse la prima volta. Nel tempo ho avuto modo di sperimentare vari generi e varie attitudini nei confronti della musica. Ora posso dire di riconoscermi al 100% in quello che faccio. Il nome SERYO deriva dall’unione di due grandi macro-concetti: la voglia di serietà, intesa come voler affrontare tematiche importanti e crude, il volersi fare portatore di messaggi utili a me stesso e a chi sta ascoltando; la “Y” nel nome può ricordare una “V” e dunque il concetto del “servo”, servo della musica che vede la popolarità solo come mezzo per raggiungere le persone e non come fine ultimo.

 

Prima The Voice of France 2017, poi X-Factor 2019, cosa ci racconti di queste due grandi esperienze?

Sono entrambe esperienze che mi hanno cambiato e fatto crescere, credo che la gavetta in tutte le sue forme sia fondamentale in qualsiasi percorso. Sperimentare musicalmente all’interno di questi due talent mi ha permesso di trovare oggi la mia strada dal punto di vista artistico.

 Il giudice della tua categoria era Mara Maionchi, com’è stato lavorare con lei?

Tosto. Mara non ha mezze misure ed è capace di farsi guardare con estremo fascino, considerate tutte le sue grandi esperienze dal punto di vista musicale, e subito dopo di stroncarti, senza se e senza ma, per trasmettere insegnamenti tanto crudi quanto giusti. Per lei restare lucidi è fondamentale.

C’è posta per te, il tuo nuovo singolo, a chi si riferisce la canzone e qual è il messaggio? 

C’è posta per te è rivolta a tutti. È una critica sociale che vuole creare aggregazione e far sentire tutti “sulla stessa barca”. Viviamo una società che, dietro un velo di apparente libertà, spesso si limita a categorizzare le persone in base a stereotipi e preconcetti. Il concept del brano è un invito a sentirsi liberi di essere se stessi.

Quando e come è nata la passione per la musica?

Sin da piccolissimo amavo ballare sulle note di Michael Jackson facendo sorridere i miei genitori. A scuola mi sono avvicinato alla chitarra e ho cominciato a sentire il bisogno di esprimermi formando numerose band con cui amavo esibirmi nell’hinterland catanese. Da semplice passione ad un certo punto è diventato un bisogno e durante l’esperienza militare anche un conforto. Subito dopo l’esperienza nei parà non sono più riuscito a trattenere questo istinto, volevo mettermi in gioco attraverso la musica, scrivere, raccontarmi, lasciare uscire l’energia che questa passione mi trasmette, condividendola con gli altri.

 Progetti futuri? 

Tanti, l’incertezza del futuro non mi ha mai fatto paura, anzi, mi ha sempre stimolato. Vorrei concentrarmi sulla musica e su quanto trasmettere, sento il bisogno di non tenere solo per me le emozioni che questa forma d’arte genera.

 Che cos’è per te la musica?

Un’ancora di salvezza a cui mi sono aggrappato nei momenti più bui e che probabilmente ha evitato che io intraprendessi delle strade sbagliate.

 Il tuo idolo? 

Robert Plant, Led Zeppelin. Il suo modo di esprimersi credo sia unico, la sua ricerca della psichedelìa incredibile e la sua attitudine più metafisica che terrena.

Se dovessi scegliere, con quale cantante ti piacerebbe collaborare?

Riguardo la discografia del passato sicuramente Robert Plant. Oggi, come artista estero Post Malone, come artisti italiani probabilmente direi Salmo o Achille Lauro per la passione nei confronti del Rock’n’roll che ci accomuna.

Seryo (ufficio stampa)

Beatrice Manocchio

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