Il movimento Fridays For Future, fondato dalla giovane Greta Thunberg, torna finalmente in piazza dopo il periodo di stop causa Covid-19.
Tornano in piazza gli attivisti del Fridays For Future il movimento ambientalista fondato dalla giovane Greta Thunberg. Dopo mesi, nelle città torneranno a sentirsi in strada le voci dei difensori degli ambiente, i quali nonostante l’attuale frangente, anche nel corso del lockdown non hanno smesso di battersi. In Italia sono oltre 100 le città che ospitano l’alloggiamento dei presidi.
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Fridays For Future torna in piazza: in Italia previsti numerosi presidi
Gli organizzatori del Fridays For Future rendono nuovamente noto il motivo dello sciopero: “Scioperiamo da scuola o lavoro per condurre le persone che sono al potere di fronte alle loro responsabilità e al loro tradimento“. Una battaglia quella ingaggiata dal gruppo di attivisti fondato da Greta Thunberg a favore dell’ambiente che vuole sensibilizzare l’intera umanità sul tema. Tutte le manifestazioni sono state organizzate nel massimo rispetto della normativa anti-Covid e ogni azione condotta in modo da garantire l’incolumità di tutti.
Gli organizzatori si dicono entusiasti del ritorno in piazza e ricordano, riporta l’Ansa, che nonostante in corso vi sia una pandemia la crisi climatica non ha subito alcuna battuta d’arresto. Anzi, l’emergenza sanitaria avrebbe acuito la problematica, facendo finire il fenomeno sul fondo delle Agende governative. L’attuale crisi altro non avrebbe fatto, ad avviso del movimento, che far emergere tutte quelle che sono le incongruenze del sistema attuale da un punto di vista socio-economico.
I toni degli organizzatori sono duri, severo il rimprovero mosso alle Istituzioni ree a loro avviso di aver ignorato gli innumerevoli allarmi lanciati dalla comunità scientifica. Con le costanti emissioni di CO2 altro non si farà che portare allo stremo il Pianeta e determinare quel tanto temuto aumento delle temperature del + 1,5°C. Una circostanza che qualora dovesse verificarsi porterà a catastrofici risvolti.
Ma di questo, proseguono gli attivisti, ne siamo già a conoscenza. I fenomeni atmosferici si fanno sempre più aggressivi e stanno uccidendo milioni di persone ogni anno. Eppure pare che il frangente lasci indifferenti tutti: “Perché questo ancora non basta ai politici per determinarli ad agire? Perché è ancora il nostro il compito – tuonano gli attivisti stando a quanto riporta l’Ansa– di scendere in strada e cercare di smuoverli? I prossimi dieci anni sono cruciali. Tutte le scelte che operiamo, le politiche che adottiamo sono importantissime per il futuro della nostra e delle prossime generazioni”.
Un grido di protesta, dunque, che si leva dalle fila di chi quotidianamente lotta e si batte per far si che il Pianeta non collassi su sé stesso. Ogni nazione, proseguono gli esponenti del Fridays For Future, deve fare la propria parte rispettando gli accordi a livello internazionale. Soprattutto adesso che gli esperti hanno sottolineato che per una giusta ripartenza servono piani ecologici per risollevare le economie in ginocchio.
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Per gli attivisti il tempo a disposizione della Terra è molto ridotto. Avremmo a disposizione solo 10 anni per stoppare il distruttivo processo inquinante. Qualora non venissero attuati i giusti programmi il Pianeta perirà. A sottolineare il drammatico dato, riporta l’Ansa, Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti e Camilla Guarino di Link coordinamento universitario.
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I due attivisti hanno affermato che l’attuale crisi sistema chiede a gran voce un rilancio immediato. Dal Recovery Fund al Bel Paese arriveranno quasi 210 miliardi di euro ma nessuno, ad oggi, pare aver chiesto un confronto con le nuove generazioni sul come utilizzare queste somme. Quello che chiedono gli attivisti per la salvaguardia del Pianeta sono, dunque, misure da parte dei Governi e delle istituzioni che possano innescare un cambio di tendenza significativo.
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M.S.