Negli Usa è stato accertato il primo caso di ricontagio da Covid-19: nel paziente, un ragazzo 25enne del Nevada, la seconda positività si è manifestata in maniera più grave.
Se in Italia il Sars-Cov2, almeno per alcuni mesi, ha mostrato segni di un indebolimento da un punto di vista dei contagi, nel resto del mondo non ha mai mollato la presa, anzi. Negli Stati Uniti la curva epidemiologica non ha mai registrato segni di flessione significativi. Quotidianamente, nel Paese a Stelle e Strisce i numeri dei positivi sono stati sempre in aumento.
Tra questi è rientrato anche il singolare caso di un giovane di 25 anni del Nevada risultato positivo ad aprile, dichiarato guarito, e poi nel mese di maggio nuovamente affetto dal Covid-19. Questo caso di ripositivizzazione ha suscitato non pochi dubbi nella comunità scientifica in merito all’immunità. Pubblicato sul punto uno studio sulla nota rivista The Lancet.
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Usa, ragazzo 25enne contrae il Covid-19 due volte: dubbi sull’immunità
Quello di un giovane 25enne è stato il primo caso di ripositivizzazione negli USA. Il suo è un quadro clinico altamente singolare. La prima volta il ragazzo si sarebbe ammalato nel mese di aprile, riporta la redazione di TPI, e sarebbe stato dichiarato guarito dopo poco tempo. In quel periodo il 25enne avrebbe manifestato tutti i sintomi tipici della malattia, ma mai le sue condizioni di salute sarebbero state dichiarate “gravi”.
Tuttavia, dopo la negativizzazione accertata, nel mese di maggio il Covid-19 lo avrebbe colpito di nuovo, ma questa volta in maniera più aggressiva. Sarebbe stato, infatti, ricoverato a seguito di un’insufficienza respiratoria. Il giovane adesso starebbe meglio, riferiscono i media locali e la redazione di TPI, ma il particolare caso ha riacceso i riflettori della comunità scientifica sul tema dell’immunità. Soprattutto in virtù del fatto che il 25enne non era affetto da alcuna altra patologia né tantomeno presentava deficit a livello di anticorpi che potessero determinare una maggior predisposizione a contrarre il Covid-19.
Il ragazzo si è ripreso, ma il suo caso ha sollevato interrogativi nella comunità scientifica sull’effettiva capacità degli individui di sviluppare una immunità al Covid.
Casi di ripositivizzazione
Attualmente, non sono numerosi i casi di ripositivizzazione registrati. Sarebbero, infatti, soltanto cinque. A rimanere oscuro ad oggi, però, il motivo per cui tali casi si verifichino. Inoltre la storia del 25enne, avrebbe ulteriormente aperto delle perplessità in quanto gli scienziati ritenevano che l’immunità operasse per tre mesi, cosa che con il giovane non è accaduta.
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Johns Hopkins University
Sul tema immunità si è espresso il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Quest’ultimo ha affermato che in merito si conosce davvero molto poco e che di norma la stragrande maggioranza dei soggetti che contrae il virus svilupperebbe anche una sorta di immunità per le prime settimane, ma di quanto consti questo periodo ancora non si sa nulla.
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