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Space Junk, l’uomo inquina anche nello spazio: cosa orbita attorno alla Terra

Nello spazio, intorno alla Terra, orbiterebbero così tanti rifiuti da mettere a rischio i satelliti attivi: si parla del cosiddetto space junk.

(Getty Images)

La space junk, che tradotto vuol dire spazzatura dello spazio, sarebbe un fenomeno tristemente sottovalutato. Eppure esiste, è un problema concreto, con cui adesso anche i satelliti attivi della Terra dovranno fare i conti, considerato che questi rifiuti orbitanti ne stanno minando la funzionalità accrescendo il rischio di collisioni.

Secondo un recente studio della Warwick University, riporta la redazione di Lifegate, ora urge trovare una soluzione.

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Space junk, migliaia di rifiuti orbitano attorno alla Terra: in pericolo i satelliti attivi

(Getty Images)

Che i rifiuti presenti nello spazio siano lì giunti per nobili scopi, nulla toglie alla gravità del fenomeno dello space junk. Per quanto il Vanguard 1 lanciato nel ’58 abbia concesso una più precisa mappatura delle isole del Pacifico o confermato che la Terra non sia perfettamente sferica, ciò non toglie che in questo momento stia continuando ad orbitare, come un peso morto, attorno al Pianeta. E come lui tanti altri micro detriti che adesso, secondo un recente studio, stanno iniziando a compromettere la funzionalità dei satelliti attivi, aumentando i rischi di collisione.

Stando a quanto riferisce la European space agency (Esa), riporta la redazione di Lifegate, sarebbero oltre 600mila i materiali di risulta presenti nell’orbita terrestre. Tutti materiali che, considerata l’alta velocità a cui viaggiano starebbero minando l’integrità dei satelliti di cui quotidianamente ci serviamo. Tra tutti gli oggetti individuati nello spazio, circa 9mila, oltre il 20% di essi è rappresentato da pezzi di satelliti ormai in disuso, il 17% da detriti di razzi. Il 43%, ancora, da piccoli frammenti creati da esplosioni.

La Warwick University, che ha attenzionato il fenomeno studiandolo con la lente di ingrandimento, ha invitato la comunità scientifica a porre maggior attenzione sul tema. Ma soprattutto ha invitato ad incrementare le attività di controllo sui satelliti. Servirebbe, a loro avviso, un calcolo più preciso su quelle che possono essere le percentuali di collisione.

Si pensi che nel 2009 un satellite inattivo ed uno, invece, funzionante si sono urtati ad altissima velocità: il risultato? Tutti e due sono finiti a pezzi. Uno scontro che ha creato la bellezza di oltre 1700 detriti.

Per quanto questi ultimi, come del resto tutta la totalità dello space junk, siano distanti dalla Terra oltre 30 km è possibile che raggiungano la superficie del Pianeta. All’anno, riporta Lifegate, si stima che facciano rientro un pezzo al giorno. Ma la maggior parte di essi, spiegano le autorità spaziali, sarebbero guidate per atterrare in una zona nell’Oceano Pacifico definita Point Nemo dove si è certi che non arrechino danni alla popolazione in quanto situata nel punto più lontano dalle terre emerse.

Di certo vi è che bisogna trovare un modo per recuperare tali detriti, quelli attualmente utilizzati pare non sortiscano il giusto effetto.

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(Getty Images)

Un problema quello dello space junk che va immediatamente risolto, un fenomeno riconosciuto come da risolvere anche dalle Nazioni Unite.

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M.S.

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