Nel Casertano scoperta banda di sanitari, facevano tamponi a domicilio facendosi pagare fino a 60 euro. L’accusa è di esercizio abusivo della professione sanitaria
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NAPOLI – Sponsorizzavano su internet ed eseguivano in modo illecito tamponi naso-faringei a domicilio che poi venivano analizzati anche con apparecchiature destinate alla rilevazione dei virus animali, mettendo a rischio l’esatto esito degli accertamenti e favorendo così la diffusione della pandemia.
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Nel tardo pomeriggio di ieri i Carabinieri del Nas di Napoli insieme con i colleghi dei comandi provinciali di Napoli e Caserta hanno eseguito una ventina di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Napoli e disposte dal sostituto procuratore Maria Di Mauro.
Le attività d’indagine sono scaturite già a settembre da alcune verifiche di routine eseguite dai militari del Nas sulla filiera organizzativa deputata allo screening sanitario. A quel punto i militari si sono imbattuti nel sito internet in questione, che prometteva di effettuare a domicilio gli esami.
Molti dei tamponi utilizzati erano già scaduti, le apparecchiature elettromedicali non idonee
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Per un tampone il prezzo da pagare era tra i 40 e i 60 euro, mentre per il sierologico intorno ai 30 euro, gli esami venivano eseguiti a domicilio. Tariffe piuttosto basse che hanno spinto moltissime persone, contattate anche col passaparola, a rivolgersi in autonomia al gruppo di sanitari. I tamponi eseguiti venivano subito processati con apparecchi elettromedicali e kit strumentali che come detto però non erano regolamentari e nemmeno idonei per quel tipo di esame, quindi potenzialmente pericolosi anche per il diffondersi dell’epidemia.
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L’organizzazione scoperta era composta da una serie di addetti convenzionati con il Servizio sanitario regionale e impiegati presso il 118 e diversi collaboratori di un’azienda operante nel settore della commercializzazione di dispositivi medici. L’accusa è di aver messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata ai reati di truffa ed esercizio abusivo della professione sanitaria.
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Sequestrati oltre 10mila kit per tamponi, alcuni risultati scaduti, centinaia di test rapidi, materiale informatico, apparecchiature elettromedicali per processare tamponi e test sierologici, nonché un’ingente somma di danaro.
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