L’ipotesi della didattica a distanza per le scuole superiori e la chiusura degli istituti nelle regioni a rischio nonché il coprifuoco alle 22 sembrano ormai misure certe
Il numero di contagi registrato nel nostro Paese continua a salire e dopo l’uscita dell’ultimo bollettino della Protezione Civile il governo studia il coprifuoco alle 22 in tutta Italia e la didattica a distanza nelle scuole superiori, mentre la regione Lombardia (l’indice di contagio RT a Milano è oltre il 2 al momento) potrebbe presto seguire la Campania e De Luca nella chiusura degli istituti.
La posizione del governo, come riporta il Fatto Quotidiano, è così sintetizzata: “Se nei prossimi giorni i nuovi contagi schizzassero a 15/20mila al giorno un altro Dpcm con una sorta di coprifuoco sarà preso in considerazione. Per scongiurare questo scenario, entro due settimane le ultime misure dovranno aver dato frutti”. Ma a parlare di restrizioni orarie delle libertà sono anche il Corriere della Sera, che segnala anche un possibile provvedimento per la chiusura dei locali pubblici alle 22, e il Giornale, che lo annuncia per le ore 21 in tutta Italia.
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Quindi le misure che emergono in queste ore come ipotesi prese in seria considerazione dall’esecutivo sono:
Mentre l’ipotesi di riprendere lo smart working da casa per le aziende mette tutti d’accordo, tra governo e Regioni si litiga sulla didattica a distanza per i licei. La proposta dei governatori ha fatto (molto) arrabbiare Lucia Azzolina che ha fatto sapere che questa questa situazione “non è all’ordine del giorno” e sicuramente “non ci sta a disperdere i grandi investimenti e sacrifici fatti per la scuola”. Azzolina lo ha detto ieri mattina a Conte, con cui ha avuto modo di parlare a Palazzo Chigi. Ma i presidenti delle Regioni italiane, ancor più dopo che De Luca ha chiuso le scuole in Campania, insistono. Il PD ha proposto di arrivare al 50% di didattica digitale alle superiori, alternando casa e scuola.
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Altro dilemma è il lockdown a Natale: era stato escluso nei giorni scorsi dal presidente Conte, ma questa ipotesi ritorna come un fantasma nelle cronache dell’emergenza in corso. Al governo si stanno scontrando l’ala oltranzista e quella moderata che vedono il problema in maniera diversa, intanto però la Coldiretti stima 4,1 miliardi di danni solo per il turismo di fine anno.
L’ombra però di un’interruzione delle attività sociali e culturali a maggior rischio di assembramento come palestre, saloni di bellezza, cinema, teatri e sport di base intanto però diventa sempre più minacciosa.
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