L’Interpol ha lanciato l’allarme: i criminali userebbero il ferretto delle mascherine per aprire le manette ed il dispositivo stesso per nascondere sostanze stupefacenti.
Sembrerebbe uno scenario tipicamente da pellicola cinematografica quello che vede il criminale arrestato, che per un caso fortuito ha con sé una forcina per capelli, riuscire ad aprire le manette e darsi alla fuga. Ed invece, purtroppo, parrebbe realtà. Questa volta, però, lo strumento utilizzato sarebbe un altro oggetto metallico ossia il fermo in alluminio utilizzato per fissare al naso la mascherina. Non solo, i dispositivi di sicurezza personale sembrerebbero essere utilizzati anche per altri scopi criminali.
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In un frangente, già di per sé delicato, le criticità che si vanno sommando sono innumerevoli. Ora si aggiunge anche quello del rischio di fuga dei criminali e dell’occultamento di droga all’interno delle mascherine. A lanciare l’allarme l’Interpol la quale, riporta la redazione de La Repubblica, ha reso noto che i malviventi utilizzerebbero il ferretto delle mascherine per liberarsi dalle manette. Non solo, il dispositivo verrebbe utilizzato anche per nascondere sostanze stupefacenti.
Da Bruxelles è giunta notizia del drammatico fenomeno, che ha visto il verificarsi di decine di casi. Negli scorsi mesi, infatti, sarebbero stati numerosi gli episodi. I tratti in arresto utilizzerebbero una falla nella costruzione di alcuni tipi di ferri che presenterebbe una piccola fessura da cui è possibile sollecitare una molla. Questa operazione garantirebbe l’apertura.
Le Forze dell’Ordine Italiane hanno ricevuto, in allegato alla nota d’allerta un video in cui viene mostrata la procedura.
L’Interpol ha attenzionato anche la pratica posta in essere da alcuni criminali di nascondere sotto la mascherina, seppur piccoli, dosi di sostanze stupefacenti. In sostanza, dice la polizia europea, basterebbe porzionare la droga ed inserirla nella mascherina prima di apporla sul viso. I malviventi farebbero leva sul fatto che, riporta La Repubblica, sono infinitesimali le probabilità che un agente in fase di perquisizione opti anche per effettuarne una della mascherina.
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Il Viminale ha inoltrato una circolare a tutte le Questure allertandole sul pericolo. Attualmente, in Italia non si sarebbero verificati casi di tal tipo, ma l’invito del Ministero è quello di prestare massima attenzione e di non sottovalutare il fenomeno.
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M.S.
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