Le frane dovute allo scioglimento dei ghiacciai, per il riscaldamento globale, in Alaska potrebbero aumentare il rischio del verificarsi di tsunami.
Il problema resta sempre il risaldamento climatico, un fenomeno che sta incidendo a 360° sulla vita del Pianeta e dell’uomo. La sua più diretta conseguenza è di certo l’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai. Un processo che non soltanto sta minando interi ecosistemi, ma che potrebbe portare all’incremento del verificarsi di catastrofi naturali come gli tsunami. Un collegamento scoperto all’esito di studi condotti nella GlacierBay dell’Alaska stando a quanto riporta il The Guardian.
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Riscaldamento globale: scoperta correlazione tra scioglimento del permafrost e tsunami
Gli esperti lanciano l’allarme: esisterebbe una correlazione tra frane dovute allo scioglimento dei ghiacciai e rischi di catastrofi naturali che potrebbero raggiungere anche centri abitati. Sarebbe stato scoperto, infatti, che nei trent’anni appena trascorsi nella GlacierBay dell’Alaska, tutte i fenomeni franosi verificatisi hanno sempre coinciso con gli anni rilevati come più caldi.
Dalla nuova e recente ricerca condotta sul campo, riporta The Guardian, sarebbe emerso che le montagne starebbero cedendo in quanto il permafrost che le tiene insieme è assoggettato a scioglimento. Una reazione a catena che, ad avviso degli esperti, aumenterebbe in maniera esponenziale il rischio di tsunami, in quanto i blocchi che cadono in mare determinerebbero il fenomeno.
A rischio, quindi, anche numerosi centri abitati ed attrazioni turistiche. Interessato, sarebbero infatti il fiordo di Barry Armzona di transito per le navi da crociera.
Quest’ultimo avrebbe iniziato una lenta discesa lo scorso secolo ed avrebbe visto un’accelerazione dieci anni fa. Scoperta questa effettuata visionando le immagini satellitari. Qualora un pezzo di ghiaccio dovesse staccarsi quando a passare si trovi una nave va da sé che le conseguenze sarebbero delle più catastrofiche. Finanche prevista la possibilità che l’onda arrivi a sommergere un centro abitato nei pressi.
BretwoodHigman, geologo protagonista della ricerca, riporta The Guardian, ha affermato che i mutamenti del clima se rapidi sortiscono un micidiale effetto, ossia quello di cogliere di sorpresa gli ambienti circostanti. Questi ultimi finirebbero per collassare anch’essi.
Sempre dallo studio è emerso che nel corso dello scorso secolo ben dieci tsunami su quattordici si sono registrati in zone ghiacciate. Ad esempio, nel 1958 una frano alzò un’onda della bellezza di 524 metri.
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L’unico modo per arginare il fenomeno è, quindi, prevederlo. Per gli esperti utile a tal fine sarebbe l’installazione di sensori che avvisino circa l’accelerazione e la lunghezza nello scivolo.
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M.S.