Morta Lea Vergine, la critica d’arte scompare il giorno dopo suo marito Enzo Mari: era ricoverata con lui in ospedale
Il destino li ha divisi per poco. La critica d’arte Lea Vergine è morta il giorno dopo la fine del marito Enzo Mari. Lea Vergine era nata a Napoli nel 1938 con il nome di Lea Buoncristiano ed era considerata una delle figure più importanti nella critica artistica contemporanea in Italia. Come ricorda il sito Artribune “Lea Vergine ha dato una scossa al panorama artistico culturale italiano dominato da una visione patriarcale”. Lea Vergine e il marito Mari si erano conosciuti negli anni Sessanta; erano entrambi sposati, e dopo aver divorziato si sposarono nel 1978. La sua ultima pubblicazione è stata – L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti – con editore da Rizzoli nel 2016.
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Morta la critica d’arte, le frasi celebri
Lea Vergine ha legato la sua carriera a varie figure tra cui Gillo Dorfles, Arturo Schwartz, Camilla Cederna. Aveva una personalità forte e arguta, e uno sguardo attento a ciò che fosse contemporaneo. Era diventata molto nota nel settore dell’arte grazie ai libri sugli studi dell’azione performativa tra cui si ricorda in particolare ‘Il corpo come linguaggio. Body Art e storie simili’, scritto nel 1974. Verso la fine degli anni ’70 si trasferì da Napoli a Milano e dopo anni di convivenza sposò il designer Enzo Mari, conosciuto qualche anno prima come anticipato. Dalla loro unione è nata, Meta.
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Tra le sue frasi celebri si ricorda: “L’arte non è necessaria”; “È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. Non può utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare”.
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