Il Presidente Usa Donald Trump, nell’ambito di una politica ambientale definita dai più come distruttiva, ha deciso di eliminare dalla lista degli animali da proteggere alcune specie altamente a rischio sopravvivenza.
Una politica poco green quella attuata da Donald Trump, secondo il parere di numerosi ambientalisti tra cui figura in prima linea la giovane Greta Thunberg. Dopo la decisione assunta in favore delle grandi di industrie svincolate dall’obbligo di comunicazione delle loro emissioni, si aggiunge nel piano operativo del Tycoon anche quella di eliminare alcune specie animali dalla lista di quelli meritevoli di protezione pur risultando a rischio.
Una scelta che giunge in un periodo già non particolarmente favorevole per la Natura, basti pensare che lo scorso anno, secondo un rapporto dell’Onu erano oltre un milione le specie a rischio. Una proiezione estintiva mai registratasi prima. A ciò di somma la circostanza per cui il 20% delle Nazioni rischia un’implosione degli ecosistemi dovuti alla mano dell’uomo. Attualmente gli USA rientrerebbero nella top ten di questa classifica.
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Usa, Donald Trump elimina diverse specie animali da quelle protette: protestano gli ambientalisti
Nonostante il catastrofico quadro, Donald Trump avrebbe assunto l’ennesima decisione a discapito della Natura. In particolare, come riporta il quotidiano britannico The Guardian, il Presidente USA avrebbe deciso di escludere dalla lista degli animali meritevoli di protezione specie a rischio estinzione. Ciò parrebbe al fine di eliminare dei vincoli che impedivano in alcune terre di operare estrazioni di petrolio.
La scelta del Tycoon è stata immediatamente attaccata dagli ambientalisti i quali avvertono che così facendo non si farà altro che mettere ancor più a dura prova l’ecosistema e la sua tenuta.
Già lo scorso anno la sua politica aveva minato l’Endangered Species Act, eliminando lo status di protezione di alcune specie, ora la situazione appare ancor più critica.
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Le specie escluse dalla lista degli animali da proteggere
In primis il Ghiottone, una specie già sconvolta dal fenomeno di estinzione all’inizio del secolo scorso. Ad oggi ne sarebbero rimasti solo 300 esemplari.
Segue il gallo cedrone, che sarebbe stato escluso per, riporta la redazione del The Guardian, affittare terreni e consentire le estrazioni di petrolio. La sua esclusione era già stata oggetto di una decisione giudiziale che aveva chiesto al National Environmental Policy Act di valutare l’impatto ambientale che avrebbe avuto tale scelta.
Anche il Tonno Rosso dell’Atlantico sarebbe messo a rischio dalla massiva e non regolamentata attività di pesca. Perché sarebbe stata varata una legge per cui nessun limite è imposto circa gli strumenti utilizzabili per poterne effettuare la cattura. Una smodata caccia a tale animale che porterà con quasi matematica certezza alla sua estinzione considerata la sua sempre più crescente richiesta per la preparazione di sushi.
Esclusa anche la Gru americana, definita anche urlatrice, che si era salvata dall’estinzione nel corso degli anni ’40 quando a sopravvivere erano solo 15 esemplari. Grazie a dei programmi di ripopolamento, però, l’America riuscì a salvarla. La nuova posizione del Governo potrebbe far catastroficamente ripeggiorare la sua condizione il quale starebbe introducendo la depenalizzazione delle uccisioni “accidentali”.
Neppure gli insetti sarebbero andati esenti dalla decisione. La Farfalla monarca, o meglio il suo habitat sarebbe stato completamente smantellato il che ha condotto alla sparizione del 90% della sua popolazione in soli 10 anni.
Gli Orsi neri che Obama aveva tutelato rientrano nel mirino dei nuovi provvedimenti. In particolare sulla limitazione di mezzi con cui ucciderli reintroducendo pratiche brutali come quella di stanarli o di introdurre cani per inseguire.
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Purtroppo anche le Api, nonostante la loro nota e vitale importanza per la sopravvivenza della specie, non sarebbero ad avviso dell’Amministrazione Trump meritevoli di tutela, il che ha condotto alla loro esclusione dalla lista degli animali da preservare.
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