Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, giovedì 22 ottobre, ha comunicato i dati dell’epidemia da Covid-19 in Italia tramite bollettino.
Nuovo aggiornamento relativo ai dati dell’epidemia da Covid-19, diffusasi nel nostro Paese ormai da mesi. Stando alla tabella sanitaria di oggi del Ministero della Salute, i casi di contagio sono saliti a 465.726, ossia 16.079 unità in più rispetto a ieri. In crescita anche i soggetti attualmente positivi che ammontano a 169.302 (+13.860) ed i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 992 in totale e 66 in più di ieri. Le persone guarite sono ad oggi 259.456 con un incremento di 2.082 unità. Purtroppo, si aggrava ancora il bilancio totale delle vittime con 136 decessi registrati nelle ultime 24 ore che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 36.968.
La Regione Toscana, si legge nelle note, ha segnalato che sono stati effettuati 758 tamponi antigenici rapidi in aggiunta ai test in PCR comunicati
La Regione Abruzzo ha comunicato ila sottrazione di un caso dei giorni passati, in quanto nominativo duplicato.
Il Ministero della Salute ieri ha reso noto che i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 449.648. In crescita anche i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 155.442 ed i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 926 in totale. Il numero dei guariti era giunto a 257.374. Purtroppo, si erano registrati nuovi decessi che portavano il bilancio totale delle vittime in Italia a 36.832.
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Nella giornata di martedì i casi di contagio erano saliti a 434.449. Di questi erano 142.739 i soggetti attualmente positivi. Salivano i pazienti ricoverati in terapia intensiva che ammontavano a 870. Il numero dei guariti era giunto a 255.005. Purtroppo, saliva anche il bilancio totale delle vittime che dall’inizio dell’emergenza raggiungeva le 36.705 unità.
La Regione Abruzzo, si leggeva nel comunicato, sottraeva 3 positivi, due in quanto già conteggiati nei giorni scorsi e 1 già in carico ad altra regione. La Regione Campania, invece, segnalava che il numero dei deceduti era riferito al periodo a partire dal 13 ottobre per tardiva comunicazione di decessi avvenuti al di fuori del territorio delle rispettive ASL di competenza.
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“L’incremento dei casi registrati nell’ultima settimana-dieci giorni è sicuramente preoccupante. Rispetto ai mesi di marzo e aprile, oggi abbiamo un quadro più chiaro, dato che il numero di tamponi eseguiti adesso è cinque volte superiore, per cui riusciamo ad intercettare moltissimi asintomatici che prima ci sfuggivano“. Così commenta l’aumento dei casi di contagio da Covid-19, nel corso di un’intervista ad Avvenire, il professor Giuseppe Ippolito. Secondo il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, il dato che rimane attualmente stabile è quello dei ricoveri in terapia intensiva e quelli in reparto che ammontano rispettivamente allo 0,5% e al 4,5% rispetto al totale dei positivi. In merito ai decessi l’esperto ha spiegato: “Il numero delle vittime segue con qualche settimana di ritardo queste curve, dunque, purtroppo c’è da attendersi un ulteriore incremento di decessi“.
Alla domanda su quali possano essere le cause e gli errori commessi che abbiano potuto influire sull’impennata della curva, Ippolito spiega che ha sbagliato chi durante l’estate, con il calo dei contagi, il virus fosse morto e l’emergenza terminata.
In merito alle misure per rallentare la diffusione del contagio, come ad esempio le limitazioni alla movida, il professore spiega: “Nessun tipo di provvedimento, neanche il più drastico, serve se non è accompagnato dalla responsabilità individuale e collettiva di ciascuno di noi“. Secondo Ippolito anche un aperitivo può essere preso in sicurezza, così come recarsi in palestra: “Se un bar non garantisce il distanziamento andiamo da un’altra parte, se in palestra non si rispettano i protocolli sanitari facciamo una corsa al parco“.
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Sarebbero più giovani e quindi colpiti in maniera meno aggressiva gli attuali contagiati da Covid-19. Rispetto alla prima fase emergenziale il Sars-Cov2 starebbe attingendo da un altro bacino che fa rilevare il cambio di tendenza tra i casi ed i ricoveri in terapia intensiva rispetto alla prima fase dell’emergenza.
Una modifica al “soggetto tipo” che ovviamente incide anche sul tasso di letalità ed aggressività di manifestazione del virus. La differenza tra oggi e la scorsa primavera consiste anche in un altro fattore. Adesso il Sistema Sanitario è più preparato quindi riesce a captare meglio rischi e casi.
Stando a quanto riferisce la redazione de Il Giornale, i reparti di rianimazione sono vigili e puntano già lo sguardo al futuro. A preoccupare resta come sempre la possibilità di una saturazione delle strutture sanitarie.
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Ipotesi non così tanto remota se si considera che i posti letto su tutto il territorio nazionale sono poco più di 6.600, numero che potrebbe raggiungere le 10mila unità se le autorità locali decideranno di accettare le forniture straordinarie concesse da Domenico Arcuri.
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