Il direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha parlato dell’aumento dei casi di contagio da Covid-19, registratosi in Italia in queste settimane.
L’aumento dei casi di contagio e le nuove misure disposte dal Governo per cercare di limitare la diffusione del virus hanno destato preoccupazione negli italiani che temono un secondo lockdown come quello della scorsa primavera. Tale drastico aumento, però non preoccupa alcuni esperti, i quali credono che questa impennata possa essere fermata anche attraverso il comportamento della popolazione. Ottimista in tal senso, ma comunque preoccupato, è anche il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito che ha rilasciato un’intervista alla redazione dell’Avvenire.
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Covid-19, Ippolito: “L’incremento dei casi registrati nell’ultima settimana-dieci giorni è preoccupante”
“L’incremento dei casi registrati nell’ultima settimana-dieci giorni è sicuramente preoccupante. Rispetto ai mesi di marzo e aprile, oggi abbiamo un quadro più chiaro, dato che il numero di tamponi eseguiti adesso è cinque volte superiore, per cui riusciamo ad intercettare moltissimi asintomatici che prima ci sfuggivano“. Così commenta l’aumento dei casi di contagio da Covid-19, nel corso di un’intervista ad Avvenire, il professor Giuseppe Ippolito. Secondo il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, il dato che rimane attualmente stabile è quello dei ricoveri in terapia intensiva e quelli in reparto che ammontano rispettivamente allo 0,5% e al 4,5% rispetto al totale dei positivi. In merito ai decessi l’esperto ha spiegato: “Il numero delle vittime segue con qualche settimana di ritardo queste curve, dunque, purtroppo c’è da attendersi un ulteriore incremento di decessi“.
Alla domanda su quali possano essere le cause e gli errori commessi che abbiano potuto influire sull’impennata della curva, Ippolito spiega che ha sbagliato chi durante l’estate, con il calo dei contagi, il virus fosse morto e l’emergenza terminata.
In merito alle misure per rallentare la diffusione del contagio, come ad esempio le limitazioni alla movida, il professore spiega: “Nessun tipo di provvedimento, neanche il più drastico, serve se non è accompagnato dalla responsabilità individuale e collettiva di ciascuno di noi“. Secondo Ippolito anche un aperitivo può essere preso in sicurezza, così come recarsi in palestra: “Se un bar non garantisce il distanziamento andiamo da un’altra parte, se in palestra non si rispettano i protocolli sanitari facciamo una corsa al parco“.
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Infine, il direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani, si sofferma sulla sperimentazione del vaccino che starebbe procedendo come previsto. Attualmente, spiega Ippolito, si sta completando la vaccinazione del primo gruppo di volontari, di età compresa tra i 18 e i 45 anni, poi, in seguito all’analisi dei risultati, si procederà con ii test sui volontari sopra i 65 anni.
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