A otto mesi dalla scoperta in Italia del Covid19, si fa ancora fatica a capire la crescita esponenziale del virus. Ecco il perché
Era il 21 febbraio quando a Codogno veniva scoperto il primo caso Covid19 e da lì sono passati ben otto mesi ma la situazione sembra in parte non essere cambiata. A marzo l’Italia si è fermata, il nemico invisibile ha preso il sopravvento obbligando tutti alla quarantena. Oggi ci troviamo sempre più vicini, anzi dentro alla seconda ondata di contagi, e i dubbi riguardo alla crescita esponenziale del virus sono sempre di più. Una delle vere difficoltà che stiamo avendo, non solo in Italia, è quella di prendere le contromisure per contrastare il virus.
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Covid19, quali sono i dubbi sul virus
Quello che conta è quindi il numero dei contagi di oggi. Gli esperti hanno appreso che il virus non ha una crescita proporzionata, ovverosia lineare, bensì esponenziale. Ma cosa significa? L’esponenziale è una categoria che si applica alla crescita di molte tecnologie, e dei virus, quando quella quantità aumenta, in qualche caso raddoppia. Il vero problema con l’esponenziale è che non si capisce guardando al numero dei contagi di oggi. E più in generale all’inizio la crescita non la percepisci affatto, come a settembre con i dati sul virus quando l’Italia si sentiva al sicuro. Poi la crescita diventa sempre più rapida perché allo stesso intervallo di tempo, un giorno, corrispondono molti più contagi del giorno prima e moltissimi di più della settimana prima.
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Considerare quindi misure adeguate e proporzionate al numero dei contagi giornalieri non aiuterà a contenere la seconda ondata della pandemia che è ormai alle porte.
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