“Usiamo il pannolino” l’allarme dagli ospedali

Scatta l’allarme negli ospedali italiani per la seconda ondata dei contagi da coronavirus sempre più numerosi: “Usiamo il pannolino”, dice il personale medico.

Scatta l’allarme negli ospedali italiani da parte del personale medico, costretto a lavorare a ritmi ferrati per assistere i pazienti sempre più numerosi a causa della seconda ondata da contagi per coronavirus. Il numero dei positivi aumenta ogni giorno e medici ed infermieri lanciano l’allarme esortando la popolazione a rispettare le misure restrittive per contenere i contagi e aiutare tutte le persone che lavorano nelle strutture ospedaliere.

Tutto il personale che lavora in ospedale indossa una tuta protettiva e anti-virus con cui è difficile mangiare e andare in bagno al punto che si è costretti ad indossare il pannolino durante le ore di lavoro.

L’allarme degli ospedali per il Covid: “lavoriamo indossando il pannolino”

La denuncia, fatta ai microfoni di Fanpage, arriva dal sindacato Nursind. Non si può lavorare in queste condizioni – spiegano i segretari Annarita Ginesu e Mauro Pintore Senza pause, bere, bagno. Così non si può andare avanti. Questo significa mettere a rischio anche i pazienti”.

La situazione negli ospedali italiani, dunque, è davvero difficile per il personale medico costretto, in alcuni casi, anche a portare da casa i dispositivi di protezione non riuscendo a lavorare in condizioni adeguate. Stanchezza, stress e condizioni di lavoro davvero difficili per medici, infermieri, paramedici e tutte le persone che lavorano in prima linea per sconfiggere la pandemia. Una situazione che porta gli ospedali a rivolgere appelli anche alle persone esortandole ad indossare sempre la mascherina, a rispettare il distanziamento e il coprifuoco dove è previsto.

Covid-19 Mappa regione Italia
(Ministero della Salute)

Per contenere i contagi, infatti, in alcune grandi città come Roma e Milano è stato approvato il coprifuoco notturno. L’obiettivo è evitare che il numero dei contagi continui ad aumentare. Il bollettino del 23 ottobre, infatti, segna più di 19mila positivi. L’appello di chi combatte in prima linea e che chiede di poter lavorare in condizioni adeguate, basterà a sensibilizzare la popolazione?

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