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Diabete: lo studio che riduce la mortalità con tè verde e caffè

Una ricerca giapponese, durata 5 anni, ha evidenziato i benefici delle due bevande per ridurre la mortalità nei pazienti affetti da diabete 

valori glicemici (gettyimages)

Chi soffre di diabete ha una qualità di vita peggiore rispetto ai corrispettivi sani, questo perché, questo tipo di malattia, comporta complicanze gravi di cui fanno parte quelle cardiovascolari (cardiopatia ed ictus). L’ aspettativa di vita risulta poi minore di circa dieci anni rispetto alla media. In più vi è anche un lieve rischio per questi pazienti di sviluppare anche demenza e tumori. Lo studio giapponese, pubblicato sulla rivista BMJ Open Diabetes Research & Care e condotto da Yuji Komorita della Kyushu University, a Fukuoka, si è basato su 4923 diabetici, monitorando il loro stato di salute per ben 5 anni. Ovviamente una corretta gestione del diabete necessita non soltanto di una terapia farmacologica ma ad essa devono essere associati stile di vita ed abitudini sane. Per questo, un certo numero di fattori collegati allo stile di vita sono noti per essere collegati allo sviluppo del diabete di tipo 2 tra cui l’obesità, la mancanza di attività fisica, cattiva alimentazione e stress. Le abitudini alimentari e le informazioni sullo stile di vita del campione sono quindi state valutate con questionari ad hoc. I pazienti con diabete di tipo 2 sono stati poi monitorati per tutto il periodo per scovare tutti gli eventuali fattori di rischio. Vediamo nel dettaglio gli aspetti di questa ricerca

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Lo studio

tè verde (dungthuyvunguyen/ pixabay)

I decessi che sono stati registrati nel periodo di osservazione sono in tutto 309 e tra le cause principali troviamo: tumori (114) e malattie cardiovascolari (76). Quello che è risultato nella ricerca è che, rispetto ai non consumatori di tè verdecaffè, coloro che erano soliti bere una o entrambe le bevande avevano un minor rischio di morte per qualsiasi causa. Accadeva che, più ne bevevano e minore era il loro rischio di morte. Nello specifico: bere fino ad una tazza di tè verde al giorno riduce la mortalità del 15%, berne 2/3 la riduce del 27%. Per quanto riguarda consumi maggiori il rischio di riduce addirittura del 40%. Mentre il caffè riduce il rischio di 19% per un consumo di una tazzina al giorno e del 41% di due o più tazzine. Se poi associamo le due bevande, il rischio di morte è ridotto al 51% per i consumi di 2-3 tazze di tè verde e 2 o più di caffè al giorno. Del 63% per un consumo di 4 tazze di tè verde e 2 o più di caffè al dì. Viene così a crearsi un meccanismo produttivo, in cui più ne bevono e meno è il loro rischio di morire.

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Perché accade

Gli esperti spiegano che questo effetto estremamente benefico delle due bevande è da collegare alle proprietà antiossidanti ed alla presenza di altre molecole attive che hanno grandi effetti positivi sulla salute. Rosalba Giacco della Società Italiana di Diabetologia e ricercatrice presso l’Istituto di Scienza dell’Alimentazione del CNR di Avellino ne parla in un commento all’ANSA. Queste le parole della dottoressa: “un aspetto nuovo ed interessante di questo studio è che il consumo di tè e caffè si associa ad una ridotta mortalità per tutte le cause in una popolazione di giapponesi con diabete tipo 2. Negli studi finora disponibili tale effetto era stato osservato essenzialmente nella popolazione non diabetica”. Continua poi “in questo studio la mortalità per malattie cardiovascolari tendeva ad essere più bassa sia nei consumatori di tè che di caffè. Tali risultati sono plausibili poiché vi sono sufficienti evidenze scientifiche del fatto che i polifenoli contenuti nel tè verde hanno benefici a livello vascolare, ad esempio sulla riduzione della pressione arteriosa, e sul danno ossidativi. Anche i polifenoli presenti nel caffè, quali la caffeina, migliorano lo stress ossidativi ed altri fattori di rischio cardio-metabolico“.   

Caffè (pixabay)

Chi soffre di diabete di tipo 2 può quindi provare ad approcciarsi a questa nuova ricerca, inserendo, o aumentando se già presenti, tè verde e caffè nella sua alimentazione quotidiana.

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