Maria Grazia Cucinotta racconta la violenza. “É successo anche a me”

Maria Grazia Cucinotta. L’attrice siciliana, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, racconta in un’intervista un episodio della sua vita in cui è stata vittima di violenza di genere

Mariagrazia Cucinotta

Lo smascheramento degli abusi perpretati dal produttore cinematografico Harvey Weinstein, il quale esercitava il suo potere per violentare e soggiogare un numero elevato di donne, ha facilitato la nascita del movimento #Metoo.

Sotto questo slogan sono uscite finalmente allo scoperto numerose celebrità che hanno ammesso, anche dopo anni, di essere state vittima di violenza. Tra queste, per esempio: Diverse celebrità del mondo dello spettacolo hanno dichiarato molte storie di violenza sessuale come Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Ashley Judd, Jennifer Lawrence, Uma Thurman, Gina Lollobrigida.

Un’ondata femminista si è levata per incoraggiare chi ha subito abusi a non vergognarsi, a dirlo a gran voce, a spogliarsi dal senso di colpa e rivesarlo sulle persone alle quali dovrebbe realmente appartenere: i molestatori, gli stupratori e assalitori.

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Maria Grazia Cucinotta. Il racconto della violenza

 

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Maria Grazia Cucinotta, 52 anni, attrice siciliana e fiore all’occhiello del cinema italiano, esce allo scoperto e lo fa tramite la pubblicazione di un libro: “Vite senza paura”. Già molto sensibile riguardo l’argomento, aveva già fondato nel 2019 la onlus omonima composta da psicologhe, avvocatesse e magistrate pronte a mettere a disposizione le loro competenze in favore delle vittime.

L’attrice messinese ha raccontato al programma Verissimo, ospite della presentatrice Silvia Toffanin, che questa sua esigenza ad aiutare nasce da un fatto analogo accaduto anche a lei in gioventù.

Si trovava a Parigi. Era nella capitale francese per lavoro, faceva la modella. Stava rientrando a casa, vestita normalmente, niente trucco e con una grande felpa (come se dovesse far differenza); un uomo l’ha assalita all’interno dell’ascensore. L’ha toccata in maniera molesta, l’ha strattonata, lei era pietrificata. Lui è scivolato e così è riuscita a mettersi in salvo dentro il suo appartamento. Ha denunciato il fatto alla polizia francese. Si è sentita ancora più sola ed emarginata; hanno insinuato che fosse stata lei a provocare quell’uomo. Poi pensavano che si fosse inventata tutto nonostante i segni evidenti sul corpo.

 

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La Toffanin la definisce “una violenza nella violenza.”

Maria Grazia Cucinotta dice che è stata quest’esperienza a spingerla a mettersi in moto contro la violenza di genere, nonostante quel senso di paura, di sentirsi preda, non l’abbia mai abbandonata.

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