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Cinema aperto al pubblico, gestore disattende il DPCM: “Restiamo aperti perché…”

Il cinema multisala disattende quanto previsto dal nuovo DPCM e dichiara che rimarranno aperti, spiegando il perché: «Noi restiamo aperti. Le sale sono sicure»

Cinema, sale (foto dal web)

Come è noto, il nuovo DPCM è stato fortemente criticato per le disposizioni dure che hanno costretto alcune attività a dover chiudere poiché, secondo quanto emanato dall’ultimo decreto, potrebbero essere tali luoghi veicoli di diffusione del virus. Tra questi rientrano bar e ristoranti che potranno comunque svolgere attività lavorativa sino alle 18:00, mentre per palestre, teatri, cinema il premier Conte ne ha disposto la chiusura. Come è facilmente intuibile, tale prescrizione ha sollevato contestazioni che stanno interessando più o meno tutta la penisola. Dopo le proteste a Napoli, Roma e Catania anche la Puglia si fa sentire. Precisamente a Lecce – Taviano – un cinema multisala, il Multiplex Teatro Fasano, ha dichiarato che resterà aperto a prescindere dal DPCM. Lo ha comunicato Antonio Mosticchio, gestore dell’attività.

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Cinema aperto, le parole del gestore

Cinema, protesta (foto dal web)

«Non esistono evidenze scientifiche di focolai dovuti a cinema e teatri che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l’uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere». Il gestore Mosticchio è fermo nella sua posizione. «il cinema aperto fino a quando non vi sarà una chiusura fisica forzata». Una disobbedienza civile che deriva dal delicatissimo periodo nel quale verte il cinema, pregiudicato fortemente dalle misure anti-Covid. Il gestore invita i colleghi a non cedere alle nuove direttive e lottare insieme pacificamente lasciando aperte le attività. Attivatosi nel frattempo il Presidente dell’AGIS: Carlo Fontana ha scritto una lettera al premier illustrando le conseguenze della chiusura.

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Carlo Fontana, Agis (foto dal web)

 «Una nuova chiusura comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito».

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