E’ iniziata la corsa ai tamponi, la seconda ondata ci sta travolgendo e l’Italia ancora una volta si deve sacrificare per escludere un nuovo lockdown che metterebbe ko il Paese intero a livello economico e sociale. Tra gli esperti girano troppi pareri contrastanti che confondono ancora di più la popolazione italiana. Intanto i casi positivi crescono a vista d’occhio, nelle ultime 24 ore sono aumentati di 16.079 unità in più e le persone in terapia intensiva ammontano a 992, 66 in più. Alcune regione hanno già adottato misure restrittive più rigide, arriva il coprifuoco in Lombardia, Lazio e Campania.
Pareri contrastanti girano tra i piani alti. Tra politici e personale sanitario. Il viceministro della salute Pierpaolo Sileri ha spiegato: “Vedo una corsa troppe volte ingiustificata al tampone. Se hai avuto un contatto stretto devi metterti in quarantena per 10 giorni – sottolinea – e poi fare il test. Prima si rischia di non rilevare il virus che è ancora in incubazione e di infettare i propri familiari“. Il viceministro si riferisce anche alle code al drive-in per i tamponi che potrebbero essere occasione di contagio. Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, ha spiegato che siamo in un momento difficile ma afferma: “Siamo intervenuti per fare in modo di diminuire i casi tra le persone e diminuire il carico all’interno delle terapie intensive. – ribadisce.
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Ci vuole del tempo perché le regole vengano applicate e ci siano dei risultati”. Per il Ministro la situazione è sotto controllo.
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