Simone Cristicchi, in una recente intervista, ha espresso la propria amarezza in merito al trattamento riservato alla cultura: “È l’ultima ruota del carro”
Nuovo stop, così come sancito nel Dpcm, per spettacoli, cinema e concerti. Ancora una volta, la cultura si ritrova ad essere penalizzata dalle decisioni imposte dal Premier. E gli artisti, stanchi di dover subire nuovamente una limitazione della loro attività, non tardano a manifestarne il disagio.
Lo sa bene Simone Cristicchi, il quale, proprio questa sera, chiuderà il suo tour nei teatri a Ravenna. “Sono amareggiato come i miei tecnici. Io stasera faccio l’ultima replica a Ravenna. Finiamo così, se ne riparlerà a dicembre” – ha raccontato il cantante.
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Stop alla cultura: le parole di Simone Cristicchi
Tra le imposizioni del nuovo Dpcm, entrato in vigore proprio questo lunedì, rientra anche la chiusura di cinema e teatri. Filippo Del Corno, assessore alla cultura nel comune di Milano, ha indirizzato una lettera al Governo, firmata tra l’altro dagli assessori di altre 10 grandi città. L’appello riguarda la riapertura di teatri, cinema e sale da concerto, la cui chiusura sarebbe “ingiustificata“.
È dello stesso avviso il cantante Simone Cristicchi, il quale, proprio questa sera, concluderà il suo tour in un teatro di Ravenna. Per le altre due date, previste a dicembre, ancora nulla di certo. Questo, nonostante tutti i biglietti fossero già stati acquistati: “Le altre due date, quella di Forlì e Bellaria, sono saltate pur avendo il teatro pieno. Spettacoli sold out“.
Cristicchi, interpellato a proposito del nuovo decreto, ha manifestato la propria incredulità di fronte alla decisione di penalizzare, ancora una volta, la cultura. “Il teatro ha dimostrato di essere un luogo sicuro in questi mesi. Molto più pericolosi, mi viene da dire, sono i ristoranti” – ha asserito Simone, proseguendo col ribadire che la cultura viene trattata come “l’ultima ruota del carro“.
E, nell’apprendere come altri ambienti non abbiano subito lo stesso trattamento, il cantante lancia una provocazione, riferendosi al fatto che, dato che i luoghi di culto non sono stati chiusi, si potrebbe fare musica proprio lì.
“Noi artisti e il pubblico teatrale chiediamo aiuto al Vaticano. Perché ci facciano fare gli spettacoli dentro chiese, cattedrali, monasteri, conventi. Ovviamente è una provocazione però perché no?“.
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