Lavorare in smartworking significa anche andare incontro a possibili problemi posturali e al c.d. “stress da lavoro correlato”. Infatti, l’ambiente casalingo e i co-working non sono sempre concepiti per lavorare in modo sicuro per corpo e mente.
Lo smart workng è stato nuovamente consigliato dal Governo con l’ultimo Dpcm del 25 ottobre. Inoltre, fino al 31 dicembre, sarà possibile applicarlo in deroga alla normativa introduttiva e quindi di senza alcun accordo individuale, ove non ci fosse già, che regoli le modalità di svolgimento.
Tuttavia, a fronte dei numerosi vantaggi legati al lavoro dalle proprie abitazioni, ci sono alcuni rischi per la salute da non sottovalutare.
In particolare, c’è il rischio che la postura assunta dal lavoratore sia non corretta e dannosa per la salute della schiena. Così come esiste il rischio che le luci non siano posizionate nel modo migliore o che la luminosità dello schermo sia troppo forte o il contrario.
Il rischio è quello di compromettere la salute fisica ma anche quella psicologica.
Infatti, al momento non esiste un diritto alla disconnessione perchè la legge introduttiva dello smartworking non è ancora stata modificata.
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A cosa prestare attenzione quando si lavora in smartworking
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