Designer e produttrice di orecchini ed altri gioielli molto desiderati dalle donne, Veronica Tordi ci spiega cosa la motiva e la ispira.
YesLife ha intervistato in esclusiva Veronica Tordi, imprenditrice di successo che ha lanciato l’omonimo marchio di gioielli e che vanta una rodata esperienza maturata negli Stati Uniti. In tempi di crisi derivanti dalla corrente pandemia da Coronavirus, lei riesce a trovare nuove opportunità per essere creativa e per incoraggiare gli altri a fare lo stesso. Originaria di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, lei è partita da zero per avere ora una azienda tutta sua. E ci svela come ha fatto.
LEGGI ANCHE –> Intervista a Camilla Filippi, l’attrice si racconta: “Bisogna lasciarsi sorprendere dalla vita”
Come è nata la tua azienda e come si lega la tua esperienza personale da imprenditrice al ‘backstage’ familiare passato e presente?
“Ho respirato aria creativa e imprenditoriale fin da quando sono piccola, e credo questo mi abbia molto influenzato nella ricerca di un percorso di crescita personale e professionale. Sono andata a New York che ero molto giovane e senza troppe aspettative. Ero curiosa di vedere come il mondo funzionasse oltre i confini di ciò che già conoscevo. La grande energia della metropoli e il sentimento di profonda passione per l’artigianato italiano hanno fatto il resto. Ho trovato lo spazio di manovra per lanciarmi in questa mia impresa proprio negli States. Il mio talento è stato accolto con molto entusiasmo dal Accessories Council, la no-profit del FIT (Fashion Institute of Technology) di cui sono membro e che mi ha insignito della membership onoraria nel mese di marzo 2019″.
LEGGI ANCHE –> Intervista a Giorgio Marchesi: “La cosa più bella è quando perdi il controllo di te stesso”
Veronica Tordi: “Orecchini e gioielli ispirati dalle mie ‘ragazze’…”
Come hai vissuto la recente pandemia da imprenditrice e che cosa significa essere una donna in questo settore spesso monopolizzato dall’idea che sia esclusivo appannaggio maschile?
“È stato difficile vedere un futuro in momenti bui, ma la mia community – tutta al femminile – è stata fondamentale nel cercare di progettare il dopo. Ho ascoltato le voci delle donne che mi circondavano, più che le mie stesse paure, e questo mi ha dato tantissima positività e linfa per progettare il futuro ed aprirmi a nuovi orizzonti. Essere donna e creare accessori per le donne mi regala emozioni bellissime. Creo pezzi che io stessa indosso, che provo personalmente in fase di prototipia prima di inserirli sul sito e voglio essere sicura che i miei accessori siano non solo bellissimi, ma soprattutto indossabili. Il legame che si crea con le mie ragazze (come le chiamo io) è fondamentale per me. Essere una donna creativa per altre donne è la mia missione”.
Quando hai maturato l’idea di questo accessorio così particolare e dunque la scelta dei materiali?
“Essere nata e cresciuta respirando moda e ricerca di materiali ha voluto dire parecchio. L’idea del fiore è nata insieme ad altre idee, ho realizzato i primi campioni e poi li ho presentati a New York. Quando li ho visti esposti ho capito subito che erano bellissimi. Le reazioni entusiaste delle altre persone mi hanno confermato che ero sulla strada giusta. Ho fortemente voluto la texture EFFETTO SETA, di cui oggi vado particolarmente fiera! I miei fiori danno una sensazione tattile vellutata e morbida, un pò come toccare i petali di un fiore appena colto da un campo. Sono serviti decenni di esperienza artigiana per realizzare questa consistenza e ne ho fatto un mio tratto distintivo”.
Cosa ti ispira nella creazione di un nuovo modello?
“Geometria e colore. Sono gli ingredienti principali di ogni modello, e modificare uno dei due elementi diventa un gioco di abilità alla ricerca di un nuovo equilibrio. Adoro i colori e gli abbinamenti inaspettati, freschi. Quando creo ricerco armonie inaspettate e contrasti eleganti”.
LEGGI ANCHE –> Intervista a Serena De Ferrari: “Tutto quello che emoziona è arte”
“All’estero è più facile spiccare il volo”
Perché proprio un fiore al centro delle tue elaborazioni artistiche? C’è un significato particolare o un messaggio nascosto?
“Il fiore è un bellissimo simbolo di vita, nel senso che è anche bello esteticamente oltre al suo significato di vita e rinascita. Come scritto nel testo di una canzone famosa, sono una “inguaribile romantica” e ho trovato molto liberatorio poterlo far vedere al mondo tramite ai miei accessori. Per una donna che si trova nel mondo dell’imprenditoria o più in generale in quello del lavoro – non è facile trovare un compromesso tra la voglia di essere presa sul serio e quella di esprimere la propria femminilità. Soprattutto all’inizio della sua vita lavorativa e professionale. Spero sempre che i miei fiori regalino felicità a chi li sceglie e la possibilità di affermare se stesse e la propria identità”.
6. Come vedi il futuro dell’imprenditoria post pandemia e cosa differisce l’esperienza italiana da quella straniera?
“Vedo molta paura e disincanto nelle generazioni di imprenditori prima della mia e molta voglia di creare qualcosa di nuovo nelle nuove generazioni. Sarebbe molto bello unire questi due mondi e vedere cosa succede: il know-how tecnico e artigianale decennale con la freschezza e la consapevolezza digitale delle nuove generazioni. All’estero le imprese sono molto meno burocratizzate ed è più facile creare start-up. Viene premiato molto l’entusiasmo e si cerca di creare meccanismi virtuosi per trovare capitali da investire nelle aziende più promettenti”.
LEGGI ANCHE –> Intervista a Ernst Knam: passato, presente e futuro del “Re del Cioccolato”
“Servono più imprese al femminile”
7. Un proposito o un desiderio particolare per il tuo futuro personale e professionale.
In realtà ne ho due ma li sento molto collegati tra loro. Vorrei che le realtà artigianali fossero più salvaguardate – le piccole e medie imprese non hanno le spalle larghe dei grandi gruppi industriali e spesso sono lasciate sole. Queste sono le aziende che rimangono sul territorio e creano quell’indotto produttivo reale, locale. E poi vorrei vedere più imprese al femminile, perché ad oggi ci sono troppe poche donne imprenditrici in Italia e questa è una grande perdita di talento e opportunità. Per questo mi sono candidata come mentore all’interno di un progetto Bocconi per cercare di guidare altre giovani donne verso la creazione di un loro spazio creativo e imprenditoriale.
LEGGI ANCHE –> Isabelle Adriani si racconta: “Recitare è vivere mille vite piuttosto che una”