Giuseppe Conte con il pugno duro sulle ultime chiusure per contenere la pandemia: “Non le abbiamo decise indiscriminatamente”
Il premier Giuseppe Conte non ci sta a stare zitto dopo le polemiche arrivate in seno al nuovo Dpcm e alle nuove chiusure di molti locali per contenere l’avanzata dei contagi. Le proteste dei lavoratori sono arrivate unanimi ma anche quelle di alcune frange politiche. E allora il presidente del Consiglio mette i puntini sulle i e tira dritto nella strategia di governo.
“Queste misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza” è così che Conte si è espresso sull’ultimo Dpcm spiegando che le “queste chiusure” non sono state decise “indiscriminatamente”. Il governo, punta, infatti, a “ridurre momenti di incontro e afflusso sui mezzi” ha chiosato il premier.
E ha puntualizzazioni da fare anche sulle critiche fatte da alcuni esponenti della maggioranza: “La politica non soffi sul fuoco del malessere sociale per qualche consenso nei sondaggi”, rimarca il premier che ricorda come la politica “deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni”. Non le manda a dire Conte che punto per punto su tutto quello che è successo da domenica pomeriggio a ieri snocciola tutto.
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“Quel Dpcm è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza. Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti” ha sottolineato il premier Conte per spiegare da dove sono scaturite le nuove decisioni sulle chiusure.
Le occasioni di socialità che diminuiscono permettono di abbassare il numero dei contatti, facilitando così anche il sistema dei tracciamenti. Una catena che va controllata dice il premier perché “ora è il momento della responsabilità”.
Conte risponde anche all’appello del maestro Riccardo Muti e d’accordo con lui dice che chiudere sale da concerto e i teatri “è oggettivamente ‘grave’” ma al momento la situazione non richiede di fare altrimenti.
Quella delle nuove chiusure è una decisione “che non abbiamo preso a cuor leggero” precisa il premier perché il governo è consapevole che c’è tutto un tessuto economico che sta soffrendo.
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Però conforta tutti: “Al Dpcm ho apposto la mia sottoscrizione – conclude Conte – solo quando siamo stati sicuri di potere approvare nel Cdm un decreto-legge che consentirà di erogare ristori immediati e misure di sostegno. Siamo costretti a fare questi ulteriori sacrifici. Ma non intendiamo affatto rinunciare alla bellezza, alla cultura, alla musica, all’arte, al cinema, al teatro”.
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