Proseguono le manifestazioni di protesta che coinvolgono i ristoratori di tutta Italia: il settore è uno dei più penalizzati dal Dpcm
Quest’oggi, il sagrato del Duomo di Milano ha ospitato una manifestazione di protesta contro il nuovo Dpcm. Centinaia di ristoratori si sono seduti attorno a sedici tovaglie bianche, rivendicando i loro diritti. La manifestazione è stata organizzata da Fipe e Confcommercio, ed è avvenuta in oltre 20 città italiane.
“Siamo a terra“: questo è lo slogan lanciato dagli operatori del settore, disperati a causa delle disposizioni di Conte.
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Covid, i ristoratori protestano: è polemica in tutta Italia
Operatori, proprietari ed imprenditori del settore della ristorazione, uniti in ogni parte d’Italia per protestare contro il Dpcm. Quest’oggi, a Milano, sono state poste sul sagrato sedici tovaglie bianche, attorno alle quali si sono riunite circa 300 persone.
“Siamo a terra” è il loro grido, lanciato dopo il suono di una tromba.
I ristoratori, in difficoltà a causa delle restrizioni poste in essere dal nuovo decreto, chiedono che la loro voce venga ascoltata. “Bloccarci alle 18 è stato un colpo di grazia per la ristorazione. Allora, meglio un lockdown totale il più breve possibile ed efficace” – lamenta qualcuno di loro. La manifestazione, organizzata da Fipe e Confcommercio, si è svolta in molte città italiane, da Nord a Sud.
Nel frattempo, a Napoli, si è svolta la sesta giornata di proteste contro Vincenzo De Luca. Le mamme degli alunni lasciati a casa invocano la riapertura delle scuole, i commercianti chiedono di poter riprendere le loro attività. Partecipanti attivi i membri della Federazione Italiana Cuochi, che insieme a quelli della Fipe hanno manifestato l’enorme disagio vissuto.
I lavoratori sottoposti al lockdown di De Luca sono disperati: chiedono aiuto al Presidente della Regione, affinché ascolti le loro richieste e stabilisca nuove misure, il più in fretta possibile. Un appello anche al Governo, a cui si domanda di prendere in considerazione le ragioni dei ristoratori: molti rischiano infatti di chiudere per sempre la propria attività.
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