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Covid 19

Pandemia, messaggio di ottimismo da Zangrillo: “Bisogna stare tranquilli”

Il professor Alberto Zangrillo ha lanciato un messaggio di puro ottimismo sull’attuale situazione virologica italiana relativa al Covid-19.

Il Professor Alberto Zangrillo durante la trasmissione Stasera Italia (screenshot)

L’attuale quadro epidemiologico italiano desta non poche preoccupazioni nel Governo e nei cittadini. Nazioni limitrofe, come la Francia, considerato l’esponenziale aumento dei casi, hanno disposto un nuovo lockdown. E che tale misura venga applicata anche nel Bel Paese continua ad impensierire ed a pendere sulla testa del Paese come una spada di Damocle.

Tuttavia, il professor Alberto Zangrillo, direttore all’Ospedale San Raffaele di Milano ha voluto lanciare un messaggio carico d’ottimismo. Ospite della trasmissione Stasera Italia, in onda su Rete 4, ha affermato che ora bisogna essere tranquilli.

Leggi anche —> Galli lancia l’allarme: “Lockdown? Faremo come la Francia”

Covid-19, Zangrillo lancia un messaggio di puro ottimismo

(Getty Images)

Ospite della trasmissione Stasera Italia, in onda su Rete 4, il Professor Alberto Zangrillo ha voluto esprimere il proprio parere sull’attuale quadro epidemiologico. Il primario del San Raffaele di Milano, ha affermato: “Il messaggio è che bisogna essere tranquilli, l’Italia sta reagendo molto bene”. Dichiarazioni che arrivano in un momento in cui il timore di un nuovo lockdown assale i cittadini.

Zangrillo ha altresì riferito che attualmente non vi sarebbero malati attaccati in forma grave dal virus: “Ho girato nel reparto Covid. Le persone erano sere: parlavano, discutevano al telefono, attendevano il loro pasto“. Uno scenario che parrebbe ben diverso da quello creatosi nell’immaginario comune.

Il primario di rianimazione dell’Ospedale meneghino ha raccontato un episodio che nel mese di marzo lo ha visto protagonista. Nel corso della prima fase emergenziale, lui ed il collega Beretta caddero in un profondo sconforto domandandosi se in quel frangente, qualora si fosse reso necessario, ci sarebbe stato un ventilatore per loro. Una domanda che metaforicamente stava a significare il grado di disperazione del momento. Zangrillo prosegue nel suo racconto, dicendo che dopo 40 giorni da quell’episodio non vi erano più pazienti da ricoverare.

Il professore, dunque, si è posto una domanda, ossia perché oggi il Sistema Sanitario è così in affanno. La risposta sarebbe una: i cittadini ormai vedono nell’ospedale un punto di riferimento. Bombardati quotidianamente da notizie negative, si riversano nei nosocomi pur non versando in gravi condizioni.

Se le persone hanno paura, ha riferito Zangrillo, è evidente che cerchino nel sistema sanitario risposte e conforto. Ed è questo un convincimento errato. Ciò che ha prodotto tale atteggiamento, ribadisce il professore, sono malati nei reparti Covid che non sono stati colpiti gravemente dal virus. Ovviamente, specifica, ci sono anche casi in cui il Sars-Cov2 ha colpito duramente. In sostanza nella prima fase emergenziale i pazienti arrivavano troppo tardi, ora ci vanno precocemente e quindi è possibile curarli in maniera tempestiva.

Leggi anche —> Pandemia, la situazione nelle terapie intensive: i dati regione per regione

Zangrillo: “Deve passare messaggio di ottimismo”

Zangrillo tiene a precisare che il messaggio che deve essere divulgato è di ottimismo e tranquillità. Il Paese sta reagendo egregiamente. Si parla di pandemia, quindi, non solo l’Italia è coinvolta.


Tuttavia come spesso accade siamo soliti, ha proseguito il professore, guardare i nostri difetti prima di valutare però cosa hanno fatto gli altri e che soprattutto l’Italia è stata presa come punto di riferimento.

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