Fabio Frizzi ricorda il Fratello Fabrizio in occasione dell’uscita del suo libro: Per lui la famiglia veniva prima di tutto”
Fabio Frizzi, compositore tra i più conosciuti della storia del cinema italiano e internazionale, ha sempre scelto di avere un “profilo basso” come lui stesso lo definisce. Un grande professionista che all’estero è apprezzatissimo e che è considerato un nome di riferimento per diversi autori. Lui che ha lavorato, diventandone anche amico, con Lucio Fulci, Paolo Villaggio e Alberto Sordi.
Fa un po’ un sunto della sua vita artistica e la raccoglie in un’autobiografia “Backstage di un compositore”, pubblicata da GraphoFeel. È qui che Fabio Frizzi ripercorre la sua straordinaria carriera di compositore di grandi classici come “Fantozzi” e “Febbre da cavallo”.
Un libro intimo che ha deciso di dedicare a suo fratello Fabrizio Frizzi, scomparso prematuramente nel 2018 a causa di un male al cervello. Fabio Frizzi ha raccontato tutto questo in una intensa intervista a Vanity Fair.
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Fabio Frizzi ha deciso di dedicare la sua autobiografia al fratello Fabrizio e di lui ha parlato a Vanity Fair ricordandolo con grande affetto. “Fabrizio manca a tanta gente, può immaginarsi quanto manchi a noi. La sua è stata una storia assurda: se mettessimo su piatto la sua generosità e la fine rapida che ha avuto sarebbe un’ingiustizia” ha spiegato il compositore ricordando il fratello scomparso.
Ma nonostante l’amore in bocca e la tristezza per averlo dovuto salutare troppo presto, Fabio ammette: “Fabri, però, è quotidianamente con me in tante situazioni e in tante scelte. È venuto naturale che questo libro fosse dedicato a lui perché è un pezzo della mia esistenza. L’ho voluto raccontare come un attore discreto che qua e là viene fuori”.
I due fratelli, seppur con ambizioni diverse, hanno condiviso anche l’impegno lavorativo, senza mai però lavorare insieme. E c’è stato anche un motivo preciso, una scelta fatta con ponderatezza: “Abbiamo fatto la scelta di non creare uno di quei sodalizi artistici tipo Pippo Baudo e Pippo Caruso o Ennio Morricone e Sergio Leone” ha ammesso Fabio.
Ne hanno anche parlato ha spiegato, precisando però che lui non avrebbe mai voluto che la sua carriera “fosse troppo facilitata e condizionata da questo, e per Fabrizio valeva lo stesso”.
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Ma nonostante questo non sono mai mancati l’uno per l’altro: “Abbiamo scelto di essere i primi tifosi e i primi consiglieri dell’altro – ha concluso – Per Fabrizio la famiglia veniva prima di tutto, ha sempre trovato il tempo per noi”.
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