Una ricerca dell’Ispi sostiene che l’isolamento degli ultra-sessantenni ridurrebbe di circa dieci volte la mortalità
L’isolamento di una fetta di popolazione, quella degli over sessanta, ridurrebbe dello 0,07%, di circa dieci volte, la mortalità: è quanto sostiene un’analisi condotta dall’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale.
In particolare, il ricercatore Andrea Villa sostiene che questa prospettiva potrebbe evitare un lockdown generale, con tutte le conseguenze che questo comporta, e contribuire al rallentamento dei contagi; l’indagine ha mostrato infatti che, mentre la mortalità senza isolamento è pari al 71%, con isolamento degli ultra settantenni si abbasserebbe al 18% e, addirittura, al 7% con isolamento degli over sessanta.
Si tratta di una misura non priva di inconvenienti ma che, secondo il ricercatore, non dovrebbe essere “scartata” a priori, visti i vantaggi. In particolare, i problemi riguarderebbero le modalità di isolamento di questa fascia di popolazione. Il contatto “zero” è impossibile da ottenere: spesso, infatti, gli anziani vivono con persone più giovani e potrebbe essere difficile per loro rinunciare a vedere i propri figli. Tuttavia, un lockdown settoriale potrebbe portare ad un allentamento della pressione economica e sanitaria.
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L’isolamento degli ultra sessantenni ridurrebbe considerevolmente il tasso di mortalità: lo sostiene il ricercatore Andrea Villa, in riferimento all’analisi condotta dall’Ispi su questa questione. Pur non essendoci certezza sulla possibilità di un contagio “zero”, si riuscirebbe a ridurre la pressione sul sistema sanitario di circa “tre quarti”.
La misura, sebbene non risolva improvvisamente tutti i problemi, dovrebbe essere quanto meno vagliata secondo il ricercatore Villa; i vantaggi sarebbero concreti anche sotto il profilo economico. C’è differenza, infatti, tra un blocco generalizzato che coinvolge milioni di persone rappresentanti la forza-lavoro nel nostro Paese ed isolare, invece, solo la fascia degli ultra sessantenni. Costoro, inoltre, potrebbero tranquillamente continuare a lavorare da casa.
Le difficoltà di applicazione non mancherebbero, anche in relazione alla possibilità che gli stessi anziani possano accettare di isolarsi, con tutto quello che ciò comporterebbe: annullare i contatti con la propria famiglia astenendosi dallo spostarsi o muoversi.
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